Il Test BIOAGE è un test genetico ideato per calcolare l’età biologica della persona, tramite la valutazione della lunghezza media della sequenza DNA dei telomeri leucocitari, usando un algoritmo di calcolo che interpola l’età anagrafica della persona ed i risultati di laboratorio sul campione biologico ad una costante statistica di riferimento (un cromosoma di lunghezza telomerica standard, espressa in kilobasi).
L’innovativo Test BIOAGE – valutazione dell’età biologica è ideato ed elaborato dal Laboratorio GEK LAB (all'interno del Centro Sviluppo di Biotecnologie e Criotecnologie CryoLab, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Tor Vergata Roma) uno dei principali laboratori europei di analisi degli aspetti infiammatori da zuccheri e alimenti e specializzato nell'analisi genetica delle principali malattie croniche degenerative.
La letteratura scientifica apporta risultati ben documentati e consolidati che evidenziano il collegamento tra stile di vita, velocità di invecchiamento cellulare e fattori genetici con particolare cenno allo stato e morfologia dei telomeri: un invecchiamento cellulare precoce è stato associato alla presenza di status infiammatorio / insorgenza e sviluppo di malattie degenerative a decorrenza cornica, come i disturbi e le malattie del metabolismo (diabete, obesità/sovrappeso), le malattie cardio-vascolari, neurodegenerative, autoimmuni ed a.
Permettendo di valutare l’effettiva età biologica e connettendola allo stile di vita e di alimentazione della persona, il Test BIOAGE risulta utile per poter attuare un percorso di prevenzione e cura del benessere psico-fisico individuale, con interventi mirati a rallentare l’invecchiamento precoce e preservare più a lungo possibile le naturali capacità anti-aging del nostro corpo.
*costo 120€
*il prelievo (capillare) è disponibile su appuntamento da lunedì a giovedì, i risultati saranno disponibili nell'arco di 10 giorni lavorativi
Cromosomi, telomeri e telomerasi, la replicazione cellulare: approfondimenti
I telomeri (nome derivato dal greco telos-‘’fine’’) rappresentano le parti terminali (le estremità) dei bracci dei cromosomi, ed hanno la funzione fondamentale di proteggerli dall’azione potenzialmente nociva degli enzimi sul DNA, di impedire la perdita di materiale genetico ad ogni replicazione e di collaborare alla corretta riparazione dello stesso.
I cromosomi costituiscono l’unità funzionante del materiale genetico (genoma), e sono formati da nucleotidi (complessi molecolari formati da 1 base azotata, uno zucchero e 1 gruppo fosfato) e proteine strutturali; di forma bastoncellare, possono essere visibili al microscopio elettronico durante le fasi di divisione e moltiplicazione cellulare, quando hanno la funzione di corredare le nuove cellule di materiale genetico identico a quello della cellula madre, per esprimere le svariatissime funzioni biologiche intrinseche. Nell’uomo, le basi azotate sono 4: la timina T, la adenina A, la guanina G, la citosina C; lo zucchero è lo desossiribosio; mentre le estremità dei cromosomi, i cosiddetti telomeri, sono rappresentati da sequenze di 6 nucleotidi del tipo TTAGGG e TAACCC, che si ripetono in tandem per una lunghezza variabile da 3 a 20 kilobasi (unità di misura degli acidi nucleici, costituita da 1000copie di nucleotidi).
L’effettiva divisione/moltiplicazione cellulare avviene dopo la replicazione del DNA (un processo tipo ‘’copia-incolla’’) all’interno del nucleo cellulare: per questo, i cromosomi sono visibili come coppie, legate tra loro da una porzione comune chiamata centromero, posizionato in modo diverso per le varie coppie di cromosomi (porzione che permette di identificare le coppie). Nelle cellule umane, sono presenti 23 coppie di cromosomi omologhi (cioè aventi la stessa successione di nucleotidi).
Per ogni divisione, i cromosomi condividono il materiale genetico e si accorciano, perdendo nel processo una parte della loro sequenza finale, ovvero del telomero: quando esso rimane senza sequenze da condividere, la cellula non riesce più a replicarsi ed entra nella fase di invecchiamento (senescenza) e alla fine di morte.
La sintesi di nuove sequenze telomeriche è affidata all’attività dell’enzima telomerasi: un complesso molecolare contenente lo stampo della sequenza genetica da copiare e l’enzima stesso, che aiutato da altri enzimi trasportatori ‘’incolla’’ la sequenza all’estremità del telomero da allungare. L’attività di questo enzima è subordinata all’età: difatti, se all’età embrionale la telomerasi è molto attiva per permettere alle cellule di creare un corpo intero, con l’avanzare del tempo diventa molto meno attiva lasciando i telomeri sempre più corti.
Ad oggi, gli scienziati sono concordi nell’affermare che la lunghezza dei telomeri costituisce uno degli indici essenziali dell’età biologica della persona, in rapporto inversamente proporzionale (più corti sono i telomeri, più alto è il numero della nostra età biologica), ovvero che l’accorciamento dei telomeri è una naturale conseguenza dell’invecchiamento biologico.
Numerosi studi hanno messo in evidenza la correlazione tra il mantenimento della lunghezza dei telomeri nel tempo e l’aumento del rischio di sviluppo di formazioni tumorali (la capacità di replicazione cellulare pressoché infinita è segno distintivo di molti tipi di tumori nei mammiferi); e nondimeno, la correlazione stretta fra abitudini e stile di vita ed alimentazione, stress e presenza di malattie degenerative e l’invecchiamento cellulare precoce tradotto per scarsa capacità dell’organismo di rigenerarsi ed adattarsi a far fronte agli eventi stressogeni a cui è sottoposto quotidianamente: in tal senso, i test di valutazione dell’età biologica aiutano ad incentrarsi sui fattori che influenzano e inducono l’invecchiamento cellulare, per potersi concentrare sugli strumenti pratici di controllo favorendo di raggiungere e mantenere il miglior stato di salute psico-fisica.