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13 Giugno 2025

rusco (Ruscus aculeatus L., pungitopo) pianta

Drssa Afrodita Alexe

Il Rusco (lat. Ruscus aculeatus L., fam. Asparagaceae - Liliaceae) conosciuto con il nome comune di ‘’pungitopo’’, è una delle piante più utilizzate in medicina popolare e tradizionale per curare i disturbi della circolazione venosa periferica, ridurre gli edemi e la fragilità capillare ed in generale per il benessere e salute delle gambe.

DESCRIZIONE BOTANICA e HABITAT

Il rusco è un arbusto sempreverde, di un’altezza che varia da 50cm a 1 m, con foglie molto piccole protette dai cladodi (rami appiattiti di forma ovale con punta dura e pungente, che alla prima vista sembrano le foglie); i cladodi proteggono anche i fiori, molto piccoli e di colore variabile dal verde al bruno.

I frutti del rusco sono bacche piccole di colore rosso brillante; il rusco è infatti il simbolo delle Feste Natalizie, soprattutto nel Nord Europa, presente come segno di buon augurio, salute e prosperità.

Dalla pianta del rusco si consumano i germogli primaverili, comunemente chiamati ‘’bruschi’’, dal caratteristico gusto amarognolo, raccolti da marzo a maggio; a scopo curativo si utilizzano le radici e rizomi, raccolti in autunno durante il riposo vegetativo della pianta.

Altri nomi popolari del rusco: brusco, brusasorzi, spinapulici, asparago pazzo, piccasorci, punziratti, erba cocca, bruscolo, frascina ed a.

HABITAT

Il rusco cresce spontaneo in tutta l’Eurasia estendendosi dalle zone del nord fino al bacino del Mediterraneo ed anche nelle zone atlantiche; si trova fino a 700/800 metri di altitudine, soprattutto nei boschi e prevalentemente su terreni calcarei, nel sottobosco delle pinete e delle leccete; è anche coltivato come pianta ornamentale, soprattutto come decorazioni per le feste Natalizie.

STORIA E TRADIZIONI

Il nome popolare di ‘’pungitopo’’ deriva dall’uso della pianta per difendere gli alimenti dai topi: i rami e rametti appuntiti venivano disposti attorno alle provviste nelle cantine, per salvaguardarle dai roditori; il nome ‘’ruscus’’ sarebbe una contrazione del ‘’rusticus’’ – popolare, delle campagne; ‘’aculeatus’’ significa invece spinoso, appuntito, con aculei.
Gli Antichi Romani usavano il rusco come talismano portafortuna, nella convinzione che piantandolo intorno alle abitazioni aiutava a tenere lontane la sfortuna e le maledizioni.

Le proprietà fitoterapiche del rusco sono conosciute sin dai tempi antichi:
Plinio il Vecchio riportava l’uso del decotto di radici con il vino per le infezioni dell’apparato urinario; anche Dioscoride considerava il rusco "una pianta capace di indurre il flusso urinario e il sanguinamento mestruale" e utile nella cura della litiasi biliare, dei disturbi epatico-biliari e del mal di testa.
Nel Medioevo si preparava la "Pozione delle cinque radici": un estratto di rusco, prezzemolo, finocchio, sedano ed asparago, utilizzata ancora oggi come diuretico antiedemigeno, detossinante, carminativo digestivo.

I germogli e le radici del rusco sono insieme la parte considerata come variante selvatica dell’asparago comune: il cosiddetto asparago di pungitopo viene utilizzato in cucina, in maniera simile agli asparagi comuni (i germogli vengono mangiati freschi o lessati, aggiunti a insalate e minestre ecc).

 

CONTENUTO IN PRINCIPI ATTIVI

Le parti utilizzate a scopo terapeutico sono le radici e rizomi; il rizoma è ricco in

  • saponine
    • glicosidi saponiniche (ruscogenine) basate sulla ruscogenina (1-beta-idrossidiosgenina), ruscina, ruscoside,
    • agliconi (neoruscogenina aglicone, ruscogenina aglicone)
    • benzofurani (euparone, ruscodibenzofurano)
  • flavonoidi (il più studiato è la rutina, o rutoside)
  • oli essenziali
  • resine
  • vitamine del gruppo B (B1-tiamina, B2-riboflavina, B3-niacina, nicotinamide)
  • minerali (selenio, zinco, sodio, potassio, manganese, magnesio, altri in tracce – cromo, cobalto)

Le ruscogenine hanno dimostrato elevate capacità di vaso-protezione, per effetti di

  • miglioramento del tono vascolare
  • miglioramento dell’elasticità delle pareti dei vasi sanguigni
  • riduzione della permeabilità dei capillari
  • riduzione della stasi di liquidi a livello linfatico e venoso

Le ruscogenine espletano l’’azione antiinfiammatoria ed antiessudativa, con effetto vasocostrittivo e vasoprotettivo modulati dal calcio e dai recettori adrenergici alfa-1; gli effetti vengono potenziati dall’associazione con la vitamina C e flavonoidi.

I flavonoidi contenuti nell’estratto di rusco agiscono da attivi antiossidanti, riducendo il danno ossidativo e migliorando il tono vascolare; svolgono ruoli attivi nell’inibizione dell’aggregazione piastrinica, con effetti protettivi per la rete circolatoria sia linfatica che sanguigna.

 

LE INDICAZIONI FITOTERAPICHE

Il rusco è impiegato comunemente nella cura dei disturbi associati all'insufficienza venosa cronica quali dolori e senso di pesantezza delle gambe, gonfiore ed edema delle caviglie e delle gambe, prurito, crampi notturni ai polpacci.

Oltre ai primi segni di congestione venosa agli arti inferiori, il rusco viene utilizzato in fitoterapia moderna anche per congestione pelvica moderata ed emorroidi ipotoniche, solitamente causati da stress posturale o dietetico; è risultato utile nel ridurre i sintomi dell’infiammazione e della ritenzione idrosalina nelle persone affette da infiammazioni croniche del connettivo (artrite, gotta, reumatismi).

Le indicazioni più comuni:

L’estratto di rusco si utilizza in cosmesi in formule di gel, creme, pomate, unguenti che risultano utili in caso di deficit della macro e micro-circolazione, fragilità capillare, emorroidi, geloni; molto spesso associato con altri estratti erbali come Vite rossa, Meliloto, Ippocastano, Amamelide.

Per l’azione benefica sul microcircolo il rusco è impiegato nella cura della couperose, della fragilità capillare e della cellulite; inoltre per le proprietà antinfiammatorie e lenitive, l’estratto di rusco entra nella composizione di prodotti doposole, dopobarba e per l’igiene intima.

 

Controindicazioni del rusco

Dai dati raccolti con gli studi clinici epidemiologici, l'estratto di rusco risulta sicuro e ben tollerato in assunzione a dosi e tempi raccomandati; non vi sono segnalazioni di effetti avversi importanti o di reazioni indesiderate; tuttavia ci sono alcune precauzioni nell'utilizzo, per le quali è sempre consigiabile rivolgersi allo specialista prescrittore prima di iniziare un qualsiasi percorso di cura.

Come tutte le piante ricche in saponine, anche il rusco può provocare nausea e disturbi gastrointestinali, diarrea, irritazione gastrica, reflusso gastroesofageo: da usare sotto indicazione e controllo dello specialista, in caso di gastrite cronica, ulcera peptica, reflusso MRGE, colite e infiammazione intestinale cronica, malattia celiaca;
--  è sconsigliato in caso di

  • edemi conseguenti ad insufficienza cardiaca o renale;
  • malattie da malassorbimento lipidico;
  • deficit di vitamine liposolubili (A, D, K, E);
  • malattie cardio-vascolari: con l’assunzione di farmaci antipertensivi simpaticolitici alfa-adrenergici; beta-bloccanti; anticoagulanti / antiaggreganti piastrinici; glicosidi cardiotonici; antiaritmici;  diuretici; in quanto possono verificarsi delle interazioni circa l'effetto farmacologico (potenziamento o inibizione)

-- è usato con precauzione in caso di steatosi epatica e colestasi (calcolosi biliare)

Data la mancanza di dati riguardanti la sicurezza nell'utilizzo, se ne sconsiglia l'uso durante la gravidanza e l'allattamento.

 

L'uso del rusco negli integratori alimentari 

L'estratto del rusco è largamente utilizzato nella cura dell'insufficienza venosa e capillare delle gambe, nel trattamento delle emorroidi e nella cura complementare del dolore pelvico (mestruale, post-parto, da endometriosi ed a.)

Negli integratori alimentari, il rusco è sovente associato ad altri estratti erbali come la vite rossa, l'amamelide, il meliloto, l'ippocastano; in associazione anche l'edera, l'ortica, il cardo mariano ed a.

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fonti essenziali

  • EMA/HMPC/188805/2017 – Assessment report on Ruscus aculeatus L. rhizoma
  • ESCOP Monographs – RUSCI RHIZOMA - Butcher's Broom (2017)
  • Bihari I, Guex JJ, Jawien A, Szolnoky G. Clinical Perspectives and Management of Edema in Chronic Venous Disease-What about Ruscus? Medicines (Basel). 2022 Jul 25;9(8):41. doi: 10.390/medicines9080041.
  • Mazzanti G, Dell’Agli M, Izzo A. Farmacognosia e fitoterapia: basi farmacologiche ed aspetti applicativi. Piccin, 2020