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articolo originale: Levotiroxina-indicazioni nell'uso ed interazioni significative

Drssa Afrodita Alexe

 

formula chimica della L-tiroxina

La levotiroxina  - L-tiroxina – è la forma sintetica dell’ormone tiroideo tiroxina (tetraiodotironina, T4) il quale è prodotto dalla ghiandola tiroide

Levotiroxina: le forme farmaceutiche

In Italia, il farmaco levotiroxina si presenta come sale stabile di sodio ed è conosciuto con più formulazioni sotto diversi nomi commerciali:

  • formulazione solida in compresse – Eutirox, Levotiroxina
  • formulazione liquida in gocce (Tirosint), fiale bevibili (Levotirsol**, Tirosint)
  • formulazione in capsule molli (Tiche, Syntroxine): la capsula molle consiste in un involucro in gelatina (soft-gel privo di lattosio e glutine) che contiene all’interno la tiroxina veicolata in un liquido idrofilico

Le dosi per unità posologica coprono un’ampia sfera partendo da 13mcg (Tiche) e arrivando fino a 200mcg; in particolare Tiche si presenta con ben 12 dosaggi per facilitare l’aggiustamento posologico durante la terapia.

La levotiroxina rappresenta attualmente uno dei più prescritti farmaci al mondo: viene indicata per

  • la cura dell’ipotiroidismo (deficit parziale o totale di secrezione tiroidea)
  • la riduzione della secrezione dell’ormone TSH.

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Interferenze ed interazioni della levotiroxina con cibo, farmaci, integratori alimentari

Terapie farmacologiche concomitanti (in particolare gli inibitori di pompa protonica e gli antiacidi), alimenti, fibre (assunte per curare la stipsi), patologie gastro-intestinali (celiachia, intolleranza al lattosio, sindrome da leaky gut e infiammazioni croniche dell’intestino come la malattia Chron) possono causare alterazioni nell’assorbimento della levotiroxina richiedendo di aggiustarne i dosaggi.

Il cibo

Tutti gli alimenti possono interferire con l’assorbimento della levotiroxina, in particolare il caffè, il tè e le fibre.

Un ceno particolare va dato agli alimenti goitrogenici** (o ''gozzogeni'', termine derivante dall’inglese ‘’goiter’’, gozzo;): sono definiti così i cibi che interferiscono con l’assorbimento dello iodio da parte della tiroide, diminuendolo. Tra questi sono segnalati

  • verdure - senape, ravanelli, colza, rape, spinaci, rucola; la famiglia delle crucifere – cavolo, verza, cavolfiore, cavoletti di Bruxelles, broccoli, rafano
  • frutta – albicocche, ciliegie, pesche, pere, prugne, lamponi, fragole
  • cereali, semi, altri alimenti – germogli di bambù, miglio, soia, patate dolci, tapioca, manioca; il latte intero e latticini freschi

Il livello ottimale di acidità gastrica è fondamentale per la solubilizzazione della levotiroxina sale di sodio in ordine di ottenerne la forma nativa liposolubile; per cui tutte le condizioni che alterano –riducendola - l’acidità nello stomaco possono ridurre l’assorbimento e l’efficacia terapeutica della levotiroxina.

I farmaci e gli integratori alimentari

I farmaci che possono interferire sui livelli circolanti di levotiroxina sono numerosi:

  • Ipolipemizzanti (colestiramina, colestipolo): riducono l’assorbimento della T4 dall’intestino al sangue (distanza temporale consigliata per l’assunzione: almeno 4-5 ore);
  • Antiacidi (preparati a base di Sali di calcio, alluminio, magnesio); inibitori di pompa protonica (classe del pantoprazolo); antiH2 (famotidina): alterano l’acidità gastrica diminuendola
  • FerroCalcio: i preparati a base di ferro e / o di calcio interferiscono con la fase gastrica della tiroxina e ne possono ostacolare il successivo assorbimento a livello intestinale (per cui dev’essere osservata una distanza di almeno 3ore tra loro ed L-T4 );
  • Contracettivi orali, estrogenici: possono aumentare il fabbisogno di tiroxina in quanto aumentano le concentrazioni della proteina Thyroid Binding Globulin (TBG) che lega gli ormoni tiroidei; potrebbero essere necessari aggiustamenti posologici in corso di trattamento;
  • Antiepilettici (carbamazepina, fenitoina, fenobarbitale) e alcuni antimicrobici (rifampicina): accelerano il catabolismo epatico della tiroxina riducendo l’attività delle desiodasi;
  • Amiodarone e propanololo: possono ritardare il catabolismo della tiroxina a livello epatico;
  • Antidepressivi (sertralina); antimalarici (clorochina, proguanile) : riducono l’efficacia della levotiroxina e aumentano il livello sierico del TSH.
  • Orlistat e similari (prescritti nelle cure del sovrappeso ed obesità): possono interferire con l’assorbimento della levotiroxina riducendone l’effetto

Le erbe medicinali e loro integratori

Recenti review riportano i dati raccolti da alcuni studi scientifici randomizzati e controllati (RCT) riguardo erbe medicinali ed estratti vegetali delle quali sono state investigate le capacità di migliorare gli aspetti clinici dell’ipotiroidismo: tra questi, il cumino nerola withania s. (ashwaganda)**, la menta piperita; pertanto nello specifico dell’assunzione concomitante di integratori a base di questi tipi di estratti vegetali e levotiroxina vi potrebbe essere necessario l’aggiustamento del dosaggio (da accertare con le analisi di routine).

Il Selenio

La tiroide è il tessuto umano con la più alta concentrazione di selenio: elemento chiave nella struttura di importantissimi enzimi come la glutatione-perossidasi, coinvolta nella difesa della tiroide contro l’azione dannosa dei radicali liberi prodotti proprio durante le reazioni di sintesi della tireoglobulina e degli ormoni tiroidei.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la relazione stretta tra bassi livelli ematici di selenio e l’aumento dello stress ossidativo e dei suoi effetti dannosi nella ghiandola tiroidea, con diminuzione della produzione degli ormoni tiroidei e rischio d’insorgenza di ipotiroidismo ( alcuni studi clinici confermerebbero che l’integrazione di selenio a dosi fisiologiche possa contribuire ad una maggiore stabilità nel dosaggio della levotiroxina con miglioramento del quadro clinico).

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