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07 Aprile 2025

il cardo mariano (fonte SIF magazine)

agg. 07/04/2025

Drssa Afrodita Alexe

Il Cardo Mariano: le proprietà della pianta

Il cardo mariano (nome latino Silybum marianum (L), Gaertn 1791; sin. Carduus marianus S.), è una pianta erbacea biennale appartenente alla famiglia Asteraceae, che cresce spontaneamente in tutto il bacino mediterraneo, dal livello del mare fino alla zona submontana; più rara al nord, andando verso sud diventa più frequente fino a diventare invadente al sud e nelle isole.

È una pianta vigorosa, glabra e spinosa, le cui radici sono capaci di dissodare naturalmente i terreni incolti, compatti; con il fusto robusto, striato, le cui ramificazioni portano i fiori: grandi capolini di color rosso-purpureo-viola, in forma di globo, protetti alla base da brattee dure e spinose che tendono ad incurvarsi verso il basso durante la fruttificazione.

Le foglie sono più larghe alla base, glabre e spinose, più piccole e meno divise sullo stelo in alto; la lamina delle foglie, glauca e di color verde chiaro, presenta grandi venature e macchie bianche su tutta la lunghezza.

Il Cardo mariano: cenni storici nella medicina tradizionale

L’antica tradizione cristiana attribuisce il nome ‘’mariano’’ a queste strie bianche, che secondo la leggenda rappresentano il latte della Vergine Maria, perso mentre allattava, riparata in una vegetazione di cardi, durante la fuga dall’Egitto con Giuseppe e Gesù bambino.

Già noto nei tempi antichi per le sue proprietà depurative e benefiche per il fegato e la bile, uno dei primi utilizzi del cardo mariano fu proprio come depurativo disintossicante, venendo indicato a tutte le mamme in allattamento; una prima descrizione dettagliata della pianta e delle sue virtù terapeutiche appartiene a Pietro Andrea Matttioli, noto medico ed umanista italiano vissuto nel XVI secolo.

Il Cardo mariano: i principi attivi e le attività farmacologiche

La completa classificazione e caratterizzazione della pianta e dei suoi principi attivi avviene negli anni ‘70 del XX secolo, con l’isolamento e la sintesi in laboratorio delle molecole principali utilizzate in pratica terapeutica.

La Silimarina

Dagli acheni (i frutti del cardo mariano, secchi e con pericarpo indurito, indeiscenti) si estrae una miscela di flavonolignani chiamata silimarina, composta principalmente da silibina, isosilibina, silidianina e silicristina; in misura minore sono presenti anche silandrina e silimonina.

Il composto silimarina viene assorbito per via orale in maniera rapida e completa, con l’escrezione al 80-90% per via biliare; presenta scarsa eliminazione renale; i residui metabolici sono eliminati per via fecale.

L’azione farmacologica principale del composto silimarina è diretta sull’epatocita, di rigenerazione cellulare con aumento della resistenza cellulare verso l’aggressione degli agenti tossici.

L’effetto si esplica per

-- azione antiossidante (cattura e neutralizzazione dei radicali liberi),

-- modulazione per inibizione dell’attività enzimatica del citocromo P450 (in special modo con l’isoforma CYP 3A4),

-- modulazione del rilascio e funzione della cicloossigenasi 2 (coinvolta nei processi di infiammazione tissutale),

-- modulazione della sintesi dei trigliceridi;

inoltre, sono stati condotti studi sulla capacità della silimarina di modulazione dell’attività della proteina GP (proteina di resistenza multifarmaco) e della UGT (glucuronosiltransferasi, un enzima che catalizza reazioni chimiche di neutralizzazione di molecole come alcol, ammine, fenoli, acidi grassi).

Il Cardo mariano: le indicazioni della silimarina

Date le sue proprietà farmacologiche, la silimarina viene indicata in terapia della condizione patologica di sofferenza organica e funzionale del parenchima epatico, di varia origine:

-- epatiti acute infettive e tossiche;

-- epatopatie croniche da cause tossiche, infettive o metaboliche;

-- cirrosi epatica e/ steatosi;

-- protezione epatica durante terapie farmacologiche epatotossiche (antitumorali, immunosoppressori ed a.).

L’azione antitossica ed epatoprotettiva della silimarina detta il suo utilizzo come antidoto nell’avvelenamento acuto e subacuto da funghi: è noto l’uso dell’estratto di cardo mariano nelle intossicazioni alimentari con Amanita phalloides (la tignosa verdognola), la cui ingestione anche in quantità minime può avere esito fatale.

Inoltre gli estratti dei cardi, delle foglie e/o delle radici di questa pianta sono conosciuti sin dai vecchi tempi e ancora oggi utilizzati in medicina popolare per l’effetto

  • galattogeno;
  • antispasmodico,
  • antinfiammatorio e calmante nella sindrome premestruale, la sindrome premenopausa e nei disturbi della menopausa;
  • febbrifugo;
  • tonico-aperitivo 

Non sono note reazioni avverse o limiti di tollerabilità; solo raramente sono stati riportati effetti negativi passeggeri come cefalea o effetto lassativo.

Come precauzione d’uso, l’estratto di cardo mariano è sconsigliato nelle condizioni di ostacolo meccanico delle vie biliari.

Per le sue proprietà fitoterapiche, l’estratto del cardo mariano è molto spesso usato nelle cure disintossicanti/ depurative-drenanti, nei cambi di stagione e/o durante e dopo terapie farmacologiche importanti.

In farmacia si può trovare un’ampia varietà di prodotti a base di estratto di cardo mariano, sia monoconcentrato che in associazione sinergica ad altre erbe; chiedendo il consiglio al professionista al banco avremo le indicazioni giuste riguardo a dose e tempo di terapia, precauzioni e controindicazioni d’uso.

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