Drssa Afrodita Alexe
Le malattie cardio-cerebro-vascolari, MCV: quali sono e come si definiscono
Secondo la definizione OMS riportata nella Sezione 9 della ICD (Classificazione statistica internazionale delle malattie) le patologie cardiovascolari sono classificate in una prima lista generale di categorie in base al tipo di dànno d’organo che provocano:
- ipertensione arteriosa
- cardiopatie ischemiche (infarto di miocardio, angina pectoris, cardiopatie coronariche);
- cuore polmonare destro e malattie del circolo polmonare (ipertensione polmonare);
- disfunzioni del muscolo cardiaco: cardiopatie reumatiche croniche; aritmie - fibrillazione atriale (FA*), tachi o bradicardia, blocchi di conduzione, flutter, extrasistolia); difetti congeniti del cuore e valvulopatie
- patologie immunologiche o infettive del pericardio o endocardio
- malattie del sistema vascolare (delle arterie, delle arteriole e dei capillari: come l'embolia; e delle vene: come l’insufficienza venosa profonda)
- malattie cerebrovascolari (malattie del sistema vascolare del cervello: come l’ictus ischemico e l’ictus emorragico; TIA – attacco ischemico transitorio)
•La FA è l’aritmia a più alta diffusione, con incidenza 0.4% della popolazione generale e 5% oltre i 60 anni
•La FA si associa al rischio di tromboembolie che interessano nel 70% dei casi il distretto cerebrale
maggiori info sulla FA: leggi l’articolo
https://www.farmaciapelizzo.it/news/la-fibrillazione-atriale-come-ricono...
Le malattie cardiovascolari: cause scatenanti e fattori predisponenti
Le cause principali che conducono all’instaurarsi e svilupparsi delle malattie cardio-cerebro-vascolari sono riconducibili a 2 tipologie di fattori: modificabili e non modificabili.
I fattori non modificabili che determinano un maggior rischio d’insorgenza e sviluppo di MCV sono
- l’età – il rischio aumenta con l’avanzare dell’età, esponenzialmente dopo i 45-50 anni per gli uomini e 65-70 anni per le donne
- l’ereditarietà (fattori genetici) – il rischio è considerevolmente più alto per le persone con familiarità (che hanno parenti affetti da eventi cardio-cerebro-vascolari in età giovane)
- il genere – le statistiche parlano di maggior incidenza MCV negli uomini (soprattutto dopo i 55 anni); per le donne il rischio è maggiore dopo i 65 anni (quando diminuisce la protezione ormonale verso il plesso vascolare)
I fattori modificabili i quali conducono a maggior rischio per le malattie cardiovascolari sono
- l’abitudine al fumo: i danni provocati dalle scorie generate dal fumo interessano in maniera massiccia i vasi di sangue sui quali si osservano uno stato infiammatorio importante con aumento della permeabilità e riduzione della capacità portante, aumento dell’aggregazione piastrinica e insorgenza di ipertensione arteriosa secondaria nonché incremento dei processi di aterosclerosi
- lo stile di vita e regime alimentare scorretti - associate a condizioni metaboliche alterate come obesità e sovrappeso, a eccesso/abuso di alcol e droghe, a sedentarietà e ridotta attività fisica: il loro effetto si traduce per incremento dell’incidenza delle malattie del cuore e dei vasi sanguigni, soprattutto ipertensione arteriosa e incidenti ischemici maggiori
- la patologia diabetica: il diabete di tipo 1 aumenta il rischio di malattie coronariche, mentre il diabete di tipo 2 è più spesso associato a obesità e aterosclerosi con conseguente maggiore incidenza di ictus emorragico
- la sindrome metabolica e le dislipidemie: i singoli componenti della sindrome metabolica (obesità viscerale, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemie e bassi livelli di colesterolo HDL, disglicemie) aumentano complessivamente il rischio vascolare agendo con meccanismi come l’insulino-resistenza, l’ipercoagulazione del sangue, la disfunzione endoteliale, lo stato pro-infiammatorio tissutale
- l’ambiente socio-familiare e disequilibrio nell’accesso alle cure mediche: con cenno particolare sulle condizioni socio-sanitarie e ambientali sfavorevoli, sullo stress lavorativo, sul dislivello culturale ed economico
- i disturbi del sonno, ansia, depressione: la ricerca scientifica ha dimostrato appieno come i disturbi della sfera psicologico-emotiva e neurologica (mancanza cronica di riposo, insonnia, depressione, ansia, attacchi di panico) siano fattori maggiori di rischio nell’insorgenza di malattie cardiovascolari (come la cardiomiopatia di Tako-Tsubo – la ‘’sindrome di crepacuore’’)
- la presenza di malattie croniche e terapie farmacologiche (terapie ormonali sostitutive, malattie croniche degenerative ecc)
- l’ipertensione arteriosa: ‘’L’elevata pressione del sangue nelle arterie (≥ 140/90 mmHg) è uno dei fattori di rischio cardiovascolari più importanti ed è molto diffuso nella popolazione. Secondo l’indagine Multiscopo dell’ISTAT relativa all’anno 2019, in Italia il 17,9% della popolazione totale (17,3% maschi e 18,5% femmine) è affetta da ipertensione arteriosa, con prevalenza che aumenta progressivamente all’aumentare dell’età fino a raggiungere il 53,6% (50,1% maschi e 56% femmine) oltre i 74 anni. Una recente indagine ha messo in evidenza che circa il 37% della popolazione italiana adulta (dalla terza decade di vita in poi) è affetta da ipertensione arteriosa, con una prevalenza di ipertensione nota dopo i 60 anni di età pari al 48.6%. Il 63.1% degli stessi ipertesi ha un rischio cardiovascolare tra il moderato e il molto elevato. La prevalenza di ipertensione arteriosa nella popolazione di età superiore ai 60 anni è tendenzialmente maggiore nelle donne rispetto agli uomini’’. (https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3128_allegato.pdf
Le malattie cardiovascolari: incidenza e statistiche nel mondo e in Italia
Ancora oggi, le malattie cardiovascolari rappresentano la causa numero 1 di morbilità, invalidità e mortalità nel mondo; anche per la popolazione italiana, l’incidenza e la prevalenza delle condizioni patologiche cardiovascolari occupano il primo posto per numero complessivo delle persone affette: secondo i dati ISTAT del 2021, più del 30% della mortalità ha avuto come causa una MCV con particolare riferimento alle malattie ischemiche del cuore (più dell’8%) ed all’ictus (circa 7,5%).
‘’A livello italiano, ci sono oltre 9,6 milioni di persone affette da patologie cardio, cerebro e vascolari6 (54% donne) di cui, sempre secondo le ultime stime del Global Burden of Disease, quasi l’80% ha più di 60 anni; sono circa 880.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno. Circa il 70% delle nuove diagnosi annuali avviene tra i 55 e gli 85 anni, dato quest’ultimo che può sottendere un ritardo diagnostico, specialmente nelle donne’’ (Meridiano Cardio 2023).
Il contesto clinico ed epidemiologico delle MCV è stato aggravato dalla pandemia Covid-19 la quale ha determinato effetti sia a breve che a lungo termine, incidendo in maniera massiccia
- sulla presa in carico dei pazienti con MCV preesistenti, con sospensione delle prestazioni ambulatoriali, di riabilitazione e dei ricoveri non urgenti con il conseguente aumento delle liste d’attesa per le visite specialistiche, esami, indagini e diagnosi differenziate
- sullo stato di salute generale: ‘’non si possono escludere danni cardiaci sui pazienti con o senza patologie cardiovascolari pregresse associati al cosiddetto “Long Covid”, definibile come l’insieme dei disturbi e delle manifestazioni cliniche che persistono o insorgono dopo l’infezione’’ (Epicentro- Meridiano Cardio, 2023)
Le malattie cardiovascolari: sintomi e segni clinici da considerare red flags
- palpitazioni e dolore al torace
- sudorazioni, tremori, intorpidimenti, formicolii (soprattutto delle mani e piedi)
- disturbi del respiro (a riposo e notturni); fiato corto
- ipotensione ortostatica, svenimenti
- astenia, stanchezza cronica
- vertigini, acufeni, disturbi della vista
- valori alterati di pressione arteriosa (oscillazioni riscontrate in più occasioni con le misurazioni della pressione arteriosa in ambulatorio e/o a domicilio)
Le malattie cardiovascolari: le linee-guida della prevenzione
Nell’ottica della prevenzione nelle MCV - sia come quadro clinico sia riguardo i maggiori fattori di rischio predisponenti (soprattutto l’ereditarietà e l’età) – si parte sempre dallo stile di vita e le abitudini alimentari, apportando delle correzioni in ordine di diminuire le cause esterne e i fattori modificabili di rischio MCV:
- fare attività fisica costante e regolare, adatta al fabbisogno e capacità individuali
- seguire un regime alimentare equilibrato e variato, tenendo conto delle proprie esigenze
- ridurre / eliminare le cattive abitudini (fumo, abuso di alcol o sostanze nocive per la salute)
- aumentare la propria aderenza (adesione) alla terapia farmacologica in atto per le patologie in cura: con misure indirizzate a ottimizzare l’assunzione dei farmaci in termini di sicurezza nell’utilizzo e controllo delle reazioni avverse ed effetti indesiderati, tenendo conto delle controindicazioni e precauzioni d'uso
- monitorare periodicamente i parametri biologici indici dello stato di salute dell’apparato cardiovascolare e generale, soprattutto se presenti condizioni patologiche comportanti il rischio di sviluppo di MCV (diabete, malattie metaboliche, malattie renali, sovrappeso e obesità, alterazioni e infiammazioni croniche dell'intestino e dell’apparato digerente in generale)
Le malattie cardiovascolari: quali analisi del sangue ed esami in prevenzione e controllo?
Nell’ambito delle malattie cardio-cerebro-vascolari, la prevenzione e controllo prevendono vari step da attuare in base al quadro clinico e caratteristiche individuali:
PREVENZIONE PRIMARIA
- si riferisce al controllo generico dello stato di salute, con particolare attenzione a chi presenta fattori di rischio
- indica di effettuare il monitoraggio almeno 1 volta all’anno per tutte le persone sopra i 18 anni, con
- analisi del sangue per indici biologici primari (glicemia, colesterolo e le frazioni HDL e LDL, trigliceridi, transaminasi, elettroliti)
- misurazione della pressione arteriosa: in ambulatorio medico durante la visita di controllo oppure al proprio domicilio utilizzando uno dei misuratori di pressione certificati e validati per l’automisurazione della PA con allert per la fibrillazione atriale
PREVENZIONE SECONDARIA
- si riferisce al controllo specifico dello stato di salute delle persone già affette da una malattia cardiovascolare, per monitorarne l’andamento e prevenirne il peggioramento
- indica di effettuare il monitoraggio da 1 a 2 volte all’anno (o personalizzato), con
- analisi del sangue generiche (glicemia, colesterolo totale e le frazioni HDL LDL, trigliceridi, transaminasi, elettroliti)
- analisi del sangue più specifiche (creatinina, azotemia, proteina C reattiva, fibrinogeno, peptide natriuretico cerebrale, troponina, omocisteina)
- monitoraggio intensivo della pressione arteriosa – in ambito ambulatoriale o domiciliare
- esami di secondo livello – elettrocardiogramma, holter cardiaco, holter pressorio, ecocardiografia sotto sforzo, ecocolordoppler
PREVENZIONE TERZIARIA
-si riferisce al monitoraggio intensivo della malattia CV, soprattutto dopo interventi chirurgici e durante la terapia farmacologica, con analisi del sangue approfondite ed indagini specifiche per valutare il dànno d’organo e controllare gli effetti della terapia
-il monitoraggio è tarato specificamente per ogni caso clinico in parte
- oltre alle analisi del sangue generiche e specifiche, lo specialista curante indicherà di eseguire le indagini più appropriate (immagistica: TAC, RM, scintigrafia..) nonché avviare il controllo intensivo della aderenza terapeutica (modi e tempi di somministrazione dei farmaci in prescrizione).
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