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18 Marzo 2024

Drssa Afrodita Alexe

aggiornato il 18/03/2024

La pressione arteriosa alta o ipertensione arteriosa è una condizione fisio-patologica nella quale la pressione del sangue nel sistema circolatorio risulta essere più alta del dovuto, con conseguente aumento di sforzo lavorativo soprattutto per il cuore e poi per altri organi e sistemi funzionali.

L’organismo mette in atto vari meccanismi di controllo della pressione arteriosa; la regolazione pressoria avviene per coinvolgimento di diversi siti d’azione a livello del cuore, dei vasi di sangue, dei reni.

In base al sito di controllo pressorio e quindi al meccanismo d’azione, i farmaci antipertensivi vengono classificati in 4 grandi categorie:

  • -farmaci con azione sull’equilibrio sodio-acqua: diuretici
  • -farmaci con azione sul sistema nervoso ortosimpatico: simpaticolitici ad azione centrale; simpaticolitici ad azione periferica
  • -farmaci con azione sulla resistenza vasale periferica: vasodilatatori; calcio-antagonisti
  • -farmaci con azione sul sistema renina-angiotensina-aldosterone: ACE-inibitori; sartani

Secondo le linee guida ESH-ESC, i farmaci considerati di prima scelta nella cura farmacologica sono i diuretici; gli ACE-inibitori; gli antagonisti recettoriali dell’angiotensina; i beta-bloccanti; è consigliabile iniziare la terapia farmacologica solo dopo un adeguato periodo di correzione dello stile di vita e dell’alimentazione, stabilito individualmente.

L’obiettivo primario della mono o politerapia antipertensiva è di ridurre e stabilizzare i valori pressori ad un massimo di 140/90mmHg, tenendo conto anche dello storico clinico del paziente: storia pregressa di eventi cardiovascolari, compresenza di malattie metaboliche o d’organo, fattore ereditario.

La cura della ipertensione arteriosa comprende, a prescindere dalla categoria e dal grado della patologia, l’approccio non-farmacologico:

  • controllo del peso corporeo;
  • riduzione del quantitativo di sale nell’alimentazione e controllo generale del regime alimentare;
  • regolare e costante attività fisica, scelta individualmente in base alle proprie capacità e inclinazioni;
  • apporto di migliorie nello stile di vita.

Quali sono i farmaci antipertensivi diuretici?

I diuretici sono di gran lunga i farmaci più utilizzati nel trattamento dell’ipertensione arteriosa, potendo essere impiegati in monoterapia o, il più delle volte, in associazione a 1 o più farmaci antipertensivi di classi differenti.

In generale, l’azione farmacologica dei diuretici si basa sulla riduzione della concentrazione di sodio plasmatico, con conseguente riduzione del volume plasmatico e quindi riduzione della gittata cardiaca; a lungo andare, si assiste anche ad una riduzione della resistenza vascolare periferica, con ulteriore stabilizzazione dei valori pressori.

I diuretici: classificazione

In base al meccanismo d’azione, i diuretici sono stati suddivisi in

I diuretici tiazidici

devono il loro nome alla molecola dalla quale derivano, la benzotiadiazina; il farmaco più conosciuto di questa classe è la idroclorotiazide.

idroclorotiazide struttura chimica

Il loro meccanismo d’azione consiste nell’inibizione del sistema di trasporto specifico di ioni di sodio e cloruro a livello del tubulo contorto distale del rene, riducendone il riassorbimento e quindi diminuendo la ritenzione idrosalina, con aumento della quantità di urina espulsa e riduzione delle resistenze vascolari periferiche.

I tiazidici sono farmaci dose-dipendenti ma comunque presentano un valore soglia oltre il quale l’effetto farmacologico non aumenta più.

Gli effetti avversi dei tiazidici includono squilibri ionici di cui soprattutto ipopotassiemia, per cui di solito vengono associati in terapia a farmaci risparmiatori di potassio come i sartani o gli ACE-inibitori.

I tiazidici possono indurre inoltre iperuricemia, iperglicemia, ipercolesterolemia; le associazioni in terapia con i FANS sono soggette a ulteriori precauzioni per interferenze nei meccanismi d’azione.

I diuretici tiazidici sono indicati nella terapia delle forme lievi-moderate di ipertensione arteriosa, con normale funzionalità cardiaca e renale.

I diuretici d’ansa

si chiamano così per il loro sito d’azione a livello del rene, che è il tratto ascendente dell’ansa di Henle; la molecola più conosciuta è la furosemide.

furosemide struttura chimica

Hanno un effetto diuretico rapido e intenso tradotto per forte eliminazione di ioni di sodio e cloruro, ma anche di calcio e magnesio (motivo per cui vi è necessità di integrazione di questi elementi nella cura); inducono inoltre aumento di flusso ematico renale.

Gli effetti avversi dei diuretici d'ansa includono

-- ipovolemia e ipotensione; ipotensione ortostatica; 

-- perdita ingente di elettroliti con conseguenze infauste in vari distretti dell’organismo (come il deficit di magnesio che può indurre disturbi del tono muscolare o aritmie; ipokaliemia con alcalosi sistemica);

-- iperuricemia;

-- ototossicicità (rischio aumentato quando in terapia con cisplatin oppure antibiotici della classe degli amminoglicosidi)

I diuretici d’ansa sono indicati nella cura della ipertensione arteriosa grave o associata a importante ritenzione idrica (cirrosi, scompenso cardiaco) e della insufficienza renale cronica.

I diuretici risparmiatori di potassio

detti anche antialdosteronici, prendono il nome dal loro meccanismo d’azione: gli unici a non provocare perdita di potassio, agiscono a livello del tubulo distale e del tubulo collettore del rene inibendo l’azione dell’aldosterone di riassorbimento di acqua e sodio,

Come effetti avversi, i diuretici rispamiatori di potassio possono indurre iperkaliemia e minor tolleranza al glucosio.

Sono farmaci impiegati spesso in associazione ad altri diuretici per ridurre la perdita di potassio che questi ultimi possono provocare.

Le linee guida ESH-ESC ribadiscono la necessità del monitoraggio della pressione arteriosa, sia in ambulatorio che nell’ambito domiciliare, per controllare l’effettiva azione terapeutica dei farmaci impiegati nella cura dell’ipertensione arteriosa, il raggiungimento ed il mantenimento dell’equilibrio nei valori pressori, l'adesione (aderenza) alla terapia farmacologica.

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fonti essenziali

CODIFA
MIN.ISS-AIFA

MSD.manuals

 

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