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28 Gennaio 2019

Con il nome ‘’cimurro’’ viene definita una grave patologia infettiva virale che può colpire i canidi (cani, volpi, lupi, coyotes ecc), mustelidi (il furetto) ed alcuni felidi, a tutte le età, ma con incidenza maggiore i cuccioli e gli animali giovani; è una malattia ad alto rischio per i cuccioli di cani non vaccinati una volta svezzati e per gli animali che vivono in ambienti sovraffollati come i canili, i rifugi, i grandi negozi di animali.

La definizione

Si tratta di Morva Canina o Malattia di Carrè, una malattia infettiva virale altamente contagiosa, dovuta ad un virus pleomorfo del tipo Morbillivirus, della famiglia Paramyxoviridae, il cui genoma è formato da Rna a singolo filamento negativo; della stessa famiglia vi fanno parte alcuni tipi che interessano l’uomo, come i virus parainfluenzali, il virus della parotite, del morbillo, il respiratorio sinciziale: comunque, il cimurro non è una zoonosi (non è trasmissibile all’uomo).

La trasmissione della malattia avviene tramite contatto diretto con animali malati, soprattutto per via aerogena, attraverso lo scolo oculo-nasale, particelle di saliva, e in maniera meno frequente attraverso urine e/o feci di animali infetti. Anche se altamente contagioso, il virus non è resistente nell’ambiente (senza ospite si inattiva in modo naturale in circa 10 giorni; viene distrutto dai raggi UV, dal calore e dai comuni disinfettanti per superfici).

L’andamento della malattia presenta generalmente 2 picchi, a distanza di 10-15 giorni, caratterizzati da febbre elevata, inappetenza e malessere generale; la prognosi è riservata e spesso letale.

I sintomi

Il cimurro presenta un decorso clinico che può essere acuto, sub-acuto o cronico; tutte le manifestazioni iniziano con fase respiratoria da lieve (può anche passare inosservata se la febbre è assente) a marcata caratterizzata da scolo oculare sieroso e congiuntivite, tosse secca, scolo nasale e mucosa nasale secca, insieme a stato di debolezza ed astenia fisica, mancanza di appetito, disturbi olfattivi, febbre; in seguito, lo scolo può diventare mucopurulento e la tosse-produttiva per causa di sovrainfezioni batteriche che interessano le vie respiratorie medie e basse (coinvolgimento bronco-polmonare). La febbre è solitamente alta (può superare i 40°C) con esordio brusco e con andamento altalenante; si può manifestare un secondo picco ipertermico molto alto che degenera in convulsioni e che indebolisce molto l’animale.

In seguito, a distanza di circa 2-3 settimane, si manifesta la fase gastro-enterica con vomito e diarrea con perdita di sangue e di muco, disidratazione e anoressia, indebolimento fisico marcato con perdita di peso.

Ulteriormente, si possono osservare segni a livello cutaneo (ispessimento della pelle e del tessuto connettivale del muso e dei cuscinetti plantari, perdita di pelo), disturbi del cavo orale e dello smalto dentale.

Nei cani che superano la fase acuta della malattia, si manifesta in seguito la fase neurologica, con sintomi come convulsioni, paralisi e paresi, atassia, contrazioni fulminee di singoli muscoli o di interi gruppi muscolari (mioclonie), dovuti a lesioni nervose che permarranno e si manifesteranno anche a distanza di anni: una forma particolare di manifestazione neurologica tardiva, l’encefalite del cane anziano, è caratterizzata da cecità di origine centrale, riduzione dei riflessi, movimenti compulsivi, demenza.

I cani che sviluppando adeguata risposta immunologica sopravvivono all’infezione, eliminano il virus in circa 60-90 giorni rimanendovi immunizzati a vita; tuttavia in condizioni sfavorevoli possono andare incontro ad un abbassamento generale della difesa immunitaria, con ritorno alle manifestazioni subcliniche generali (inappetenza, disturbi dell’olfatto, sintomi neurologici).

Le cure e la profilassi

L’unico modo per prevenire l’infezione da virus del cimurro è la profilassi vaccinale: la vaccinazione deve essere eseguita in tutti i cuccioli non appena svezzati, per evitare che perdendo la copertura immunitaria ereditata dalla madre, contrattino il virus presente nell’ambiente; ed anche tutti i cani adulti che per svariate ragioni devono passare del tempo in ambienti affollati o con aumentato rischio di contagio.

Ad oggi non esiste una cura antivirale, mirata alla distruzione del virus in caso di malattia conclamata; la terapia è sintomatica, intesa a ridurre ed alleviare i sintomi presenti in ogni fase di sviluppo della malattia. Si useranno quindi antiinfiammatori ed antibiotici a largo spettro d’azione per combattere le sovrainfezioni batteriche, mucolitici ed espettoranti per la cura della tosse, antiemetici e reidratazione orale per i disturbi gastroenterici, anticonvulsivanti per le turbe neurologiche: il medico guiderà l’approccio terapeutico passo dopo passo.

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Approfondimenti

Phylogenetic characterisation of canine distemper viruses detected in naturally infected wild and domestic carnivores in North east of Italy: Monne I., Salviato A., Citterio C., et all, 2009 – Book of Proceedings of the 8th International Congress of Veterinary Virology (ESVV), 231, Budapest, Hungary – link IZSVe