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03 Giugno 2020

Drssa Afrodita Alexe

La Passiflora: cos'è, a cosa serve, cenni di farmacognosia, indicazioni e modo d’uso, gli integratori alimentari in farmacia

Cos’è la Passiflora?

Passiflora De Ervas Verde - Foto gratuita no Pixabay

Con il nome ‘’passiflora’’ riconosciamo un genere di piante della famiglia Passifloraceae, che comprende più di 450 specie di piante annuali e perenni, dal tipo erbaceo o arbusto-alberello, tutte commestibili, e che prendono il nome dal latino (pasio+flos=fiore della passione).

La passiflora è originaria dal continente sudamericano, quindi poco rustica e meno resistente al clima delle regioni settentrionali italiane, nelle quali l’unica specie ad essere coltivata è la P.caerulea; nelle altre zone con clima più blando si possono trovare altre specie come la P.racemosa, edulis, umbilicata, violacea: tutte piante ornamentali, che differiscono per il colore dei fiori e per il momento della fioritura (che comunque avviene nei mesi più caldi dell’anno, tra maggio e settembre).

A cosa serve la passiflora?

La passiflora viene coltivata:

  • - come pianta ornamentale, da esterno od in vaso, ed è molto amata per la sua grande varietà di forme e colori;
  • - per il consumo dei frutti (il frutto della passione – maracuja, o grenadilla,-da P.edulis) –pool di sostanze nutritive essenziali di cui minerali (ferro, zinco, selenio, potassio, , vitamine idro e liposolubili, acidi grassi Omega6, antiossidanti;
  • -  come pianta medicinale: le specie utilizzate a scopo medicinale sono per di più la P.incarnata, la P.edulis, la P. caerulea, dalle quali si utilizzano le parti aeree verdi (foglie, fusto e fiori), per ottenere varie formulazioni da infusi e tisane ad estratto secco in capsule o tavolette, da sola o in associazione ad altre erbe medicinali per sinergia d’azione;
  • - in cosmetica: se ne usa l’estratto di fiori e semi, nella formula di prodotti cosmetici ad effetto anti-invecchiamento cellulare (azione rassodante rimpolpante, anti-aging globale).

Quali sono gli attivi della passiflora? cenni di farmacognosia

Come detto, della pianta se ne usano le parti aeree verdi, quali foglie e foglioline, fiori e rami; i principi attivi a cui si attribuiscono gli effetti terapeutici della passiflora sono:

-flavonoidi: crisina, vicenina, vitexina, schaftoside, i loro derivati isomerici nonché composti misti glucopiranosidici; è stata osservata larga variazione qualitativa-quantitativa dei vari c-flavonoidi (soprattutto la crisina, a cui è attribuito l’effetto principale ansiolitico) nei diversi estratti erbali, in seguito a diversa tipologia di estrazione degli attivi, partendo dalle varie fasi di coltivazione delle piante, passando per la scelta del momento della raccolta e finendo con il metodo di ottenimento dell’estratto;

La crisina si è dimostrata essere molecola ligando per i recettori delle benzodiazepine, sia a livello centrale per meccanismo competitivo, sia a livello periferico per meccanismo misto; le si attribuiscono azioni antiinfiammatoria, antispastica viscerale, antidiabetica, antitumorale, nonché ruolo come antiossidante nei processi di protezione e riparazione cellulare contro i danni da radiazioni; azioni per le quali sono ancora in fase di accertamento i vari studi di laboratorio e clinici.

-alcaloidi: armina, armarina, armolo; in passato si presumeva avessero un ruolo importante come attivi, ruolo rivisitato in epoca moderna per via della scarsa concentrazione degli alcaloidi in soluzioni di estrazione idroalcolica (le dosi risultano molto basse per poter avere un’efficacia terapeutica)

-saponine, cumarine, acidi polifenolici, steroli, glucosidi cianogenetici, zuccheri semplici e complessi; oli essenziali

Un cenno particolare va dato ai glucosidi cianogenetici, molecole complesse potenzialmente tossiche pe l’uomo: questi tipi di composti vengono elaborati dalle piante per scoraggiare la predazione; non sono direttamente tossiche ma lo diventano, una volta ingerite, in seguito alla metabolizzazione: difatti rilasciano come metabolita finale acido cianidrico, tossico endo-cellulare per inibizione di diversi metallo-enzimi e sottrazione di ossigeno. Nel caso della passiflora, questi composti sono risultati non pericolosi per l’uomo, il cui sistema digerente sembra possa inattivarli efficacemente a patto che si segua una adeguata dieta proteica (quindi sono più a rischio intossicazione alimentare le persone vegane e vegetariane).

Indicazioni della passiflora: per cosa si usa?

In medicina popolare la passiflora è usata per la cura dell’insonnia ed altri disturbi del sonno, dell’ansia e stati di angoscia, della depressione; per ridurre lo stato spastico viscerale; e in generale come sedativo tranquillante.

E’ stata usata con ottimi risultati per la cura dell’insonnia dovuta ad angoscia da guerra, durante e dopo la Prima Guerra Mondiale (Benigni et a., 1962); altrettanto validi i risultati nella cura dei sintomi somatici vegetativi quale anche stato spastico neuroviscerale (ovvero spasmo gastro-intestinale dovuto ad ansia, ipocondria, e nella sindrome da astinenza da morfina/opiacei).

La passiflora trova indicazioni nella cura dell’insonnia con difficoltà ad addormentarsi, per effetto ipnoinducente senza provocare alterazioni della concentrazione né stordimento o sonno residuo, al risveglio. Altrettanto efficace si è dimostrata come terapia complementare dello stato d’ansia/angoscia, con il vantaggio rispetto alle BDZ o IMAO di non provocare le reazioni avverse delle stesse (stordimento, confusione, sonnolenza, assuefazione ecc).

L’azione antispasmodica sulla muscolatura liscia del tratto gastro-intestinale è comparabile a quella degli estratti di finocchio e melissa: insieme ai quali ha dimostrato effetto sinergico nella cura dei dolori spasmodici neuroviscerali.

Controindicazioni e precauzioni d’uso della passiflora

La passiflora si è dimostrata molto ben tollerata, non evidenziandosene particolari reazioni avverse od indesiderate quando assunta nelle dosi e per i tempi indicati dalle formulazioni; non è consigliata in gravidanza ed allattamento (in via precauzionale).

A dosi molto alte e prolungate nel tempo si possono accusare cefalea, vertigini e senso di nausea, astenia ed irritabilità, dolor ed angor toracico, aritmia cardiaca, insufficienza epatica; uno studio del 1995 riporta una possibile azione inibitoria sulla funzione tiroidea, con effetto gozzigeno.

Modo d’uso della passiflora

La passiflora può essere assunta in diverse formulazioni, in monoconcentrato od in associazione ad altri estratti erbali (valeriana, melissa, escholzia, camomilla, luppolo) e/o teanina, atri estratti vegetali con azione adattogena ( griffonia, rodiola, ashwaganda) , melatonina, magnesio: infusi e tisane, soluzioni idroalcoliche (tintura madre, gocce), sciroppo, formulazioni solide come capsule, tavolette o compresse.

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