Dr.ssa Afrodita Alexe
Per rispondere ai dubbi e le domande sollevate sui rischi e sicurezza dell'assunzione di ibuprofene (e FANS in generale) da parte dei pazienti affetti da COVID 19, la AIFA ha pubblicato una nota da parte di EMA (Agenzia Europea del Farmaco) in cui si afferma che ''...Attualmente non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. L'EMA sta monitorando attentamente la situazione e valuterà tutte le nuove informazioni che saranno disponibili su questo problema nel contesto della pandemia''.
La nota pubblicata da AIFA in seguito alla segnalazione EMA viene a far chiarezza su alcuni dubbi ed incertezze riguardanti il profilo della sicurezza nell'uso clinico dell'ibuprofene come antipiretico ed anti-infiammatorio, in parte per una crescente richiesta dovuta all'aumento dei casi di COVID 19 con febbre come sintomo prevalente (e quindi necessità di valutare l'indice rischio-benefici per la salute); e in parte come seguito ad una revisione del profilo farmacologico del farmaco, iniziata nel 2019 e che doveva stabilire come e quanto l'utilizzo del farmaco possa mascherare l'aggravarsi della sintomatologia per le infezioni virali e batteriche (come ad esempio nel caso della varicella): i foglietti illustrativi dei FANS già riportano comunque informazioni riguardo a questo tipo di rischio.
fonte: www.univadis.it
Ibuprofene: che cos'è?
L'ibuprofene fa parte della classe dei farmaci anti-infiammatori non-steroidei, comunemente chiamati FANS; costituisce il principio attivo di più specialità medicinali - di cui alcune iscritte come farmaci senza obbligo di ricetta (OTC), come il Moment, il Nurofen, il Buscofen, in dosaggi da 200mg oppure da 400mg - , ed in formulazioni varie come compresse, capsule molli, bustine effervescenti, e per bambini e ragazzi come sciroppo, supposte e compresse masticabili; nonchè di specialità medicinali con obbligo di ricetta, apportanti numero maggiore di compresse per confezione e dosaggi maggiori per unità posologica (es. Brufen 600mg 30 compresse rivestite).
Come agisce?
L'ibuprofene (come anche tutti i FANS) agisce per inibizione dell'enzima cicloossigenasi (COX) che è impiegata nel ciclo biochimico dell'acido arachidonico delle cui reazioni metaboliche conducono alla formazione e rilascio nel circuito sanguigno delle molecole pro-infiammatorie denominate prostaglandine, che rivestono ruolo di mediatori del dolore, della febbre e degli stati flogistici (la loro elaborazione è equivalente alla comparsa delle 3 R: rubor-rossore; calor-calore; dolor-dolore).
Inoltre, viene impedito anche il rilascio di trombossani, molecole impiegate nei processi di coagulazione del sangue: motivo per cui va usato con cautela oppure controindicato nelle persone che hanno disturbi della coagulazione del sangue e/o che devono assumere anticoagulanti.
Come viene assorbito e distribuito nel corpo?
L'assorbimento dell'ibuprofene dopo l'assunzione orale è rapido e quasi completo; la presenza di bollo alimentare nello stomaco ne rallenta il passagio nella circolazione; viene legato quasi totalmente alle proteine plasmatiche (circa il 99%), subisce il passaggio epatico essendo metabolizzato in derivati inattivi, senza che si osservino fenomeni da accumulo epatico o renale.
L'escrezione avviene soprattutto a livello renale, completa entro 24 ore dall'assunzione; per di più sotto forma di derivati inattivi glucuronati e in piccola parte come molecola immodificata (meno del 10%).
Sono state osservate modifiche nella farmacocinetica dell'ibuprofene in casi di insufficienza epatica e renale; il medico valuterà caso per caso la necessità di aggiustare le dosi da somministrare.
Quali sono le sue indicazioni?
L'ibuprofene viene impiegato come antifebbrile antidolorifico ed anti-infiammatorio, per trattare lo stato febbrile ed i dolori di lieve-media entità: dalla febbre e dolore nelle malattie virali e batteriche al dolore ed infiammazione nelle malattie osteo-articolari e muscolari acute, semi-acute e croniche; è il farmaco tradizionale per il classico mal di testa od ancor più comune il disturbo infiammatorio pre-mestruale e mestruale. La dose va aggiustata in base all'età ed all'entità del disturbo, non deve superare 1200mg al giorno per l'adulto e l'assunzione è preferibile a stomaco pieno; si raccomanda anche di ridurre l'introito giornaliero di sale (NaCl) per ridurre il rischio di ritenzione idro-salina.
E le reazioni avverse ed indesiderate?
Gli effetti avversi dell'ibuprofene sono di vario genere ed entità molto variabili in funzione dell'età e della compresenza di patologie e/o terapie farmacologiche in atto; la gravità delle reazioni indesiderate è dose e tempo-dipendente, come per tutti i farmaci in linea generale.
La reazione avversa più comune è la gastro-lesività: può provocare lesioni sulla mucosa gastro-intestinale, fino alla perforazione della parete gastrica, con comparsa di micro-emorragie, e in casi più gravi comparsa di ulcera; effetto reversibile dose e tempo-dipendente. In concomittanza può provocare nausea e vomito, diarrea o stipsi, flatulenza, dolore addominale, sindrome peptica, disturbi della mucosa del cavo orale-stomatiti, gengiviti, afte-, pancreatite acuta.
Un'altra reazione avversa comune è la reazione allergica: dalla reazione cutanea (rush, prurito, orticaria, edema, eritemi, fotosensibilizzazione) fino a broncospasmo, dispnea e anafilassi (rara).
A livello del sistema nervoso, l'ibuprofene può provocare sensazione di stanchezza/astenia, irritabilità, disturbi del sonno; vertigini, stato confusionale, infiammazione del nervo ottico.
Riguardo al sistema circolatorio, l'assunzione di ibuprofene può comportare una diminuzione della ematopoiesi (formazione di nuove cellule ematiche, bianche e rosse): piastrinopenia, leucopenia, neutropenia, agranulocitosi, anemia aplastica. Anche se meno comuni delle reazioni avverse gastro-intestinali, costituiscono un fattore di rischio maggiore per chi è affetto da malattie croniche del sistema circolatorio ed immunitario.
E' inoltre possibile la comparsa di alterazioni a livello della funzionalità renale, epatica e non per ultimo cardio-vascolare: il medico valuterà l'indice rischio-beneficio per le persone affette da patologie a carico dell'apparato cardio-vascolare, in quanto l'assunzione di ibuprofene può aggravare un quadro clinico di insufficienza cardiaca, ipertensione arteriosa, rischio di ictus emorragico, insufficienza venosa periferica; così come per l'alterata funzionalità renale od epatica.
Per qualsiasi dubbio od incertezze sull'opportunità e sulle modalità dell'assunzione di ibuprofene, si raccomanda in ogni caso di sentire il parere del medico o del farmacista.
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