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10 Luglio 2023

Analisi del sangue specifiche | Farmacia PelizzoDrssa Afrodita Alexe

  • aggiornato il 10/07/2023

Trigliceridi - triacilgliceroli: cosa sono? definizione e caratteristiche

I trigliceridi fanno parte della grande classe dei lipidi: biomolecole complesse, eterogene, con marcata lipofilia e che nel nostro corpo svolgono ruolo funzionale, strutturale e di riserva energetica.

La classe dei lipidi è un gruppo di grassi largamente diffusi in natura, che hanno in comune la caratteristica di essere insolubili in acqua; sono una delle principali classi di composti organici funzionali del corpo umano, insieme ai glucidi, alle proteine ed agli acidi nucleici.

Le funzioni dei lipidi nel corpo umano sono molteplici: svolgono ruoli fondamentali di

  • fornitori di energia come sostanze di deposito
  • componenti del tessuto adiposo, con ruolo di cuscinetto e isolatore termico (importante nei processi di termoregolazione)
  • componenti essenziali di membrana cellulare
  • co-fattori dei processi di regolazione e controllo dell’attività di ormoni, vitamine, sistemi redox cellulari

I trigliceridi sono i lipidi più abbondanti in natura e sono i principali componenti di grassi di deposito nelle cellule animali.

Dal punto di vista chimico i trigliceridi sono esteri del glicerolo con 3 acidi grassi a lunga catena: sono solidi a temperatura ambiente se gli acidi grassi componenti sono saturi (grasso animale) oppure liquidi se gli acidi grassi sono insaturi (oli vegetali).

I trigliceridi (o triacilgliceroli) possono essere semplici (i 3 acidi grassi sono uguali) o misti (con 3 acidi grassi diversi tra loro). Per la maggior parte vengono introdotti con la dieta; una minima parte viene sintetizzata a livello del fegato.

I trigliceridi vengono immagazzinati nel tessuto adiposo per poter essere ulteriormente utilizzati come risorsa energetica o in risposta a segnali ormonali.

I valori normali e valori soglia dei trigliceridi

I valori normali della trigliceridemia sono compresi tra 50-199 mg/dL (alcuni autori riportano 150mg/dL).

Si considera valore desiderabile quello inferiore a 150mg/dL; per le persone affette da malattie metaboliche e d’organo (patologie epatiche, pancreatiche, diabete, sindrome metabolica) è valido il concetto ‘’più basso è, meglio è’’ come anche per le frazioni LDL del colesterolo, con valori soglia da valutare e controllare per ogni caso clinico individualmente.

Si parla di trigliceridi alti quando i valori ematici superano costantemente la soglia di 200mg/dL.

Ipertrigliceridemia: l’aumento dei trigliceridi nel sangue

L’aumento dei trigliceridi nel sanguel’ipertrigliceridemia – può essere determinato da:

  • fattori genetici (dislipidemia familiare, ipertrigliceridemia endogena, deficit genetico enzimatico di lipasi lipoproteica);
  • stile di vita scorretto (alimentazione ricca di grassi zuccheri semplici e complessi, fumo, abuso di alcol, sedentarietà, aumento di peso);
  • disturbi metabolici e patologie endocrine (diabete, sindrome metabolica, ipotiroidismo, sindrome di Cushing, malattie renali/insufficienza renale)
  • alcune terapie farmacologiche (terapie ormonali – inclusa la pillola anticoncezionale, diuretici, antibiotici antimicotici sistemici)

L’aumento dei trigliceridi nel sangue – ipertrigliceridemia - è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, epatiche e pancreatiche.

I trigliceridi sono veicolati nel plasma tramite un sistema di trasporto che utilizza lipoproteine rappresentate maggiormente dai chilomicroni e le VLDL; e in piccola parte dalle LDL e HDL.

L’aumento del livello dei trigliceridi nel sangue può condurre ad uno stato di alterazione delle lipoproteine a bassa densità (le LDL - deputate al trasporto dei lipidi nel sangue) con conseguente accumulo di esteri del colesterolo e formazione delle cosiddette placche aterosclerotiche (accumulo di grassi, proteine e tessuto fibroso, con effetto infiammatorio, sulle pareti delle arterie).

In presenza di alterazioni metaboliche (obesità, insulino-resistenza, sindrome metabolica, diabete mellito ed a.) i trigliceridi si accumulano nel fegato conducendo alla steatosi epatica; con comparsa di alterazioni della funzionalità cardiovascolare e renale in un circolo vizioso con ulteriore peggioramento dello status metabolico.

Il monitoraggio periodico dei valori dei trigliceridi plasmatici, insieme a quello del colesterolo totale e frazionato, glicemia e transaminasi, fa parte del protocollo della prevenzione per le malattie cardiovascolari e metaboliche nei soggetti a rischio e per il controllo delle terapie farmacologiche messe in atto nelle patologie confermate.

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