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15 Giugno 2020

Dr.ssa Afrodita Alexe

La melissa: cos'è, a cosa serve, cenni di farmacognosia, indicazioni e modo d'uso, gli integratori alimentari e nutrizionali in farmacia

Nell'elenco delle erbe medicinali che trovano utilità nella cura dell'insonnia ed altri disturbi del sonno, troviamo la Melissa: in questo articolo parliamo di cos’è la melissa, a cosa serve, cenni di farmacognosia, indicazioni e modo d’uso, gli integratori alimentari in farmacia.

Cos’è la Melissa?

Con il nome Melissa (Melissa officinalis var., Thymus melissae, var. subsp., famiglia Lamiaceae – ex Labiatae) si riconosce un numeroso gruppo di piante adattate a vivere in ambienti aridi e secchi (piante xerofile, o xerofite); nella famiglia se ne contano almeno 250 generi con oltre 7000 specie, di cui alcuni tipi di forma arborea.

Il nome della melissa deriva dal greco (mélissa – ape) e riporterebbe riferimento alla divinità greca protettrice dell’apicoltura; il nome scientifico fu redato da Carl Nilsson Linnaeus (il padre della botanica) nel suo lavoro ‘’Species Plantarum’’.

-- altri nomi della melissa: citronella, erba bergamotta, erba cedrina, erba limona, erba menta, erba sana, fior d’api, limoncina, limoncella, melitea ecc

In Italia, la melissa è presente perlopiù su tutto il territorio inclusa la montagna, prediligendo campi incolti, ruderi, terreni secchi ed ombrosi; è una pianta perenne erbacea aromatica con fiori delicati di colore bianco-rosa e giallastro e con periodo di fioritura da maggio ad agosto.

A cosa serve la melissa? Le indicazioni

La melissa è conosciuta ed utilizzata sin dai tempi dell’antichità, sia come pianta medicinale (Paracelso la considerava una panacea universale) che in cucina come condimento-erba aromatica e per la preparazione di liquori, nonché in profumeria per le essenze ottenute dalle foglie e fiori freschi.

Nel Medioevo, la melissa è stata usata come pianta medicinale per la cura dei disturbi femminili, specie di natura psicosomatica, da ciò il nome di ‘’pianta di Venere’’: usata nella cura dei sintomi da ipereccitabilità e nervosismo, disturbi iperisterici, come sedativo, ansiolitico, antispasmodico, antidolorifico; ritenuta utile nella cura della sindrome premestruale e dei disturbi della menopausa.

La melissa è considerata un ottimo sedativo tranquillante, con effetto calmante ansiogeno:

  • -utilizzata nella cura dell’insonnia e dei vari disturbi del sonno, dell’ipereccitabilità, nervosismo, ansia, disturbi psicogeni, sindromi depressive;
  • -si è dimostrata utile come coadiuvante nella cura dell’emicrania, cefalea, acufeni, sindrome vertiginosa, distonie neuro-vegetative;
  • -utile nelle manifestazioni somatiche a livello dell’apparato cardio-vascolare: stati di bradi-tachicardia, eccitazione e nevrosi cardiaca, palpitazioni, sindrome del ‘’cuore in gola’’;
  • -nella cura dei sintomi psicosomatici nella sfera dell’apparato digerente: per le azioni antispasmodiche e rilassanti della muscolatura liscia, risulta infatti utile per alleviare stati dolorosi e spastici nella sindrome del colon irritabile, malattia di Crohn, gastriti croniche, malattia da reflusso gastro-esofageo, e in generale nelle somatizzazioni gastro-intestinali su sfondo psichico (stati d’ansia, paura, superstress emotivo ecc).
  • -presenta azioni carminativa-stomachica, tonico-digestiva, coleretica-colagoga;
  • -ha effetto antitireotropico ed antigonadotropico: l’estratto di melissa ha presentato in vitro (su modelli animali) azione di inibizione del legame tra TSH e le immunoglobuline specifiche Graves
  • -è stato analizzato in vitro l’effetto antivirale dell’estratto totale acquoso della melissa (parte aerea della pianta), con ottimi risultati sulle infezioni da Herpes simplex, sulla malattia Newcastle, sul vaiolo da bovini (studi scientifici ancora in corso).
  • -l’essenza di melissa è risultata avere effetti antibatterici ed antimicotici

Cenni di farmacognosia

Dalla pianta di melissa si usano le parti aeree (fiori, foglie e fusti) raccolti freschi o essicati.

Gli effetti e le azioni fitoterapiche dell’estratto di melissa sono da attribuire a principi attivi quali:

  • -composti polifenolici (di cui i più importanti flavonoidi e loro glicosilati): acido caffeico, acido clorogenico, acido rosmarinico, luteolina, quercetina, apigenina, Kampferolo)
  • -tannini, saponine, proteoglicani, terpeni (cariofillene, alfa-cubebene, copaene; di cui il triterpene acido ursolico)
  • -olio volatile: citrale, citronellale, geraniolo, eugenolo, cariofillene

Controindicazioni e precauzioni d’uso

Si ritiene che la melissa abbia interazioni con le sostanze attive a livello SNC (barbiturici, antidepressivi triciclici, IMAO, BZD) pertanto ne è sconsigliata l’assunzione contemporanea con farmaci di queste categorie; inoltre, data l’azione di inibizione della funzione tiroidea, è sconsigliata per le persone affette da ipotiroidismo o correlate (ad es. tiroidite di Hashimoto instabile); sconsigliata anche in gravidanza ed allattamento per mancanza di storico clinico riguardo la sicurezza nell’assunzione.

Modo d’uso

L’estratto di melissa è utilizzato nell’industria alimentare per la preparazione di bevande alcoliche e non-alcoliche, dolciumi, prodotti da forno; nell’industria dei profumi e cosmetica, per ottenere essenze, acque di profumo, cosmetici.

Nella medicina tradizionale, si usa la parte verde della pianta, essicata oppure raccolta fresca, per uso interno: sotto forma di infusi, decotti, soluzioni idroalcoliche, tinture ecc, oppure anche in formulazioni solide sotto forma di integratori alimentari in capsule vegetali o tavolette, in monoconcentrato od in associazione ad altri estratti botanici (molto spesso con valeriana, passiflora, escholzia).

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fonte

sito infoerbe.com 

EuroMed-PlantBase – The PlantList.org