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Cosa sono le statine? definizione e generalità

Le statine sono sostanze con effetto ipocolesterolemizzante (ovvero di riduzione dei livelli circolanti di colesterolo) tra le più conosciute e più utilizzate in

  • cura di ipercolesterolemie,
  • cura e prevenzione dell’aterosclerosi,
  • cura e prevenzione dei danni cardio-cerebro-vascolari nei pazienti a rischio (infarto, ictus)

Le statine attualmente utilizzate in pratica clinica sono

  • lovastatina
  • atorvastatina
  • rosuvastatina
  • pravastatina
  • fluvastatina
  • simvastatina

La storia delle statine: quando furono scoperte

Le prime molecole del gruppo delle statine furono scoperte ed isolate nei tardi anni '70 del secolo scorso: nel 1976 il primo inibitore dell’enzima HMG-CoA reduttasi, il compactin ML-236B (in seguito chiamato mevastatina), da funghi del tipo Penicillium (A.Endo); e nel 1979 la lovastatina , ricavata dai funghi Aspergillus Monascus. Più tardi fu sintetizzata la simvastatina partendo da un prodotto della fermentazione del fungo Aspergillus t, nei laboratori di ricerca Merck&Co.

Il meccanismo d’azione e gli effetti pleiotropici delle statine

Le statine hanno come meccanismo primario d’azione la regolazione della sintesi di colesterolo endogeno per azione diretta su HMG-CoA reduttasi , un enzima impiegato nella reazione di trasformazione del HMG CoA in acido mevalonico (una delle tappe essenziali nella sintesi endogena di colesterolo) : inibendo l'idrossimetilglutaril-CoA reduttasi le statine portano alla regolazione positiva dei recettori per le LDL aumentandone l’assorbimento e riducendone le quantità circolanti; provocano piccoli incrementi delle HDL e la riduzione dei trigliceridi; in più, le statine riducono l'infiammazione all'interno delle arterie e l'infiammazione sistemica stimolando la produzione di ossido nitrico endoteliale.

In sintesi, gli effetti biochimici delle statine sono

  •  la riduzione dell’aggregazione piastrinica e formazione di trombi
  •  l’azione antinfiammatoria per l’inibizione delle citochine e fattori di crescita
  •  la salvaguardia della matrice per riduzione di accumulo dei macrofagi e di cellule T; riduzione dell’apoptosi
  •  la riduzione dell’espressione delle molecole di adesione (CAM, selectine)
  •  la regolazione della sintesi di NO
  •  la regressione degli ateromi e la stabilizzazione della placca coronarica

Gli effetti avversi, le reazioni indesiderate, le interazioni delle statine

Le statine sono considerate in gran parte farmaci con elevato livello di sicurezza, espresso e dimostrato con i dati di numerosi studi RCT (studi clinici controllati randomizzati); tuttavia vi sono effetti indesiderati e reazioni avverse di cui la più conosciuta è la tossicità muscolare – miopatia o SAMS (Sintomi Muscolari Associati alle Statine) -  che si presenta con segni clinici di varia intensità quali

I disturbi al livello della fascia muscolare scheletrica possono degenerare fino all’istaurarsi della rabdomiolisi, danno muscolare irreversibile.

La probabile spiegazione scientifica delle miopatie sta nel proprio meccanismo d’azione delle statine: inibendo la conversione dell’HMCoA le statine intervengono anche nella sintesi di altre molecole che condividono la stessa via metabolica; tra queste si conta la Coenzima Q10, molecola parte della famiglia degli ubichinoni.

La coenzima Q10 – conosciuta anche come ubidecarenone, ubichinone 10, ubiquinona, vitamina Q) è una molecola ubiquitaria nelle cellule e in particolar modo nel miocardio; partecipa alla produzione di energia per sintesi di ATP nella fosforilazione ossidativa; è attiva nel trasporto di elettroni nei mitocondri; rappresenta un importante scavenger radicalico e stabilizzatore di membrana.

Il deficit di Coenzima Q10 è stato associato alle malattie croniche a tendenza degenerativa: malattie cardiovascolari, morbo di Parkinson, diabete, distrofie muscolari; una delle indicazioni della somministrazione a scopo precauzionale e/o curativo è rappresentata dalle SAMS di diversi gradi.

Altri effetti secondari delle statine possono essere:

  • epatopatia
  • aumento dell’insulinoresistenza e diabete mellito (rosuvastatina)
  • alterazioni renali (proteinuria)

Interazioni tra statine ed altri farmaci

La co-somministrazione di statine con farmaci come

  • antibiotici (macrolidi, chinoloni)
  • antimicotici sistemici (derivati di imidazolo)
  • calcio-antagonisti
  • anticoagulanti (warfarina; acenocoumarolo; ticagrelor)
  • antidiabetici (sitagliptin)
  • antiretrovirali e immunosoppressori

 può provocare reazioni avverse come miopatia e rabdomiolisi; alterazione della curva glicemica; tossicità epatica; disturbi a livello cognitivo.

Un cenno particolare va dato al succo di pompelmo, il quale non dovrebbe essere consumato quando in terapia con statine (soprattutto simvastatina e lovastatina).

Creatinfosfochinasi e statine: quali correlazioni?

Uno degli indicatori diretti del danno muscolare è rappresentato dall’enzima creatinfosfochinasi o creatinchinasi, abbreviata CPK, coinvolta nella produzione di energia al livello del cuore, del cervello e della fascia muscolare stria.

Il medico può richiedere, prima dell’inizio della terapia a base di statina, il controllo dei valori CPK e il suo monitoraggio durante la terapia stessa, per ridimensionare di conseguenza il dosaggio del farmaco; anche se un aumento lieve-moderato dei livelli CPK-fino a 3 volte il limite normale superiore-non richiede di norma una sospensione della terapia.

I segni clinici di danno muscolare comprendono

-- debolezza,

-- dolori o crampi muscolari,

-- iperestesia,

-- urine rosso scuro o brune.

Il medico può decidere se sospendere/sostituire la statina in terapia quando i livelli sierici della CPK superano di 10 volte i valori considerati normali (10-200UI/L). 

Il controllo dei valori circolanti di colesterolo totale e frazionato e dei trigliceridi tramite le analisi del sangue dev’essere attuato in sequenza temporale al fine di monitorare l’andamento della terapia farmacologica e nell’ottica della prevenzione sia primaria che secondaria.