Drssa Afrodita Alexe
Nell’ambito dei servizi alla persona, la farmacia Pelizzo già da diversi anni rende disponibile per gli utenti il servizio di riconfezionamento dei farmaci in Blister Portapillole settimanale: ideato per integrare e garantire la massima adesione della persona alla propria terapia farmacologica, in termini di precisione, costanza e facilità nell’assunzione dei farmaci per tutta la durata del percorso curativo, così come concordato con il medico.
Il servizio di confezionamento del Blister Portapillole settimanale: in cosa consiste
- i farmaci in prescrizione medica vengono riconfezionati in dispositivi portapillole-blister settimanali, multidose con 7 scomparti a 4 caselle ciascuno, raggruppando i vari tipi di pillole negli scomparti a seconda del momento giornaliero della somministrazione; completamente personalizzabile
- si usano dispositivi chiusi ermeticamente per garantire la corretta conservazione dei farmaci fino al momento dell'assunzione
- si possono realizzare blister in sequenza continua, fino al completamento della cura, o in base al fabbisogno individuale
- i dispositivi sono completi delle indicazioni sulla posologia da rispettare, così come concordato con il medico
A chi si rivolge
Il Blister Portapillole settimanale può essere richiesto da tutte le persone che devono seguire una cura farmacologica, sia per patologia acuta che per quella cronica:
- persone in terapia polifarmacologica cronica, ovvero che hanno la necessità di assumere più farmaci al giorno, in diversi momenti della giornata, a lungo termine: loro stessi oppure i loro caregiver per conto
- persone in terapia polifarmacologica acuta, ovvero che hanno la necessità di assumere più farmaci al giorno, per i quali esistono controindicazioni o avvertenze nell’associazione, in diversi momenti della giornata, per periodi diversi di tempo: come ad esempio la terapia antibiotica, corredata da quella complementare (associazione dell’antibiotico all’antidolorifico, all’antinfiammatorio, al probiotico, al multivitaminico ecc)
Un ceno particolare va dato alle situazioni che implicano l’intersezione tra la terapia cronica e quella acuta, ovvero quando una persona già in terapia cronica deve seguire per un periodo più o meno lungo, anche una cura farmacologica acuta (come ad esempio un paziente iperteso che deve assumere l’antibiotico): nella somministrazione dei farmaci si deve necessariamente tener conto di tutte le interazioni tra i farmaci in prescrizione, onde evitare reazioni avverse ed indesiderate; in quest’ottica, raggruppare e ordinare i farmaci in un dispositivo Blister Portapillole può essere di grande e reale aiuto.
Infine, il Blister Portapillole è la valida alternativa alla cassettina o borsetta portafarmaci, per chi deve viaggiare (per lavoro, per istruzione o in vacanza), per la sua praticità, comodità e sicurezza nell’utilizzo.
L’adesione alla terapia: approfondimenti
L’aderenza – o adesione – alla terapia è da sempre uno dei temi centrali dell’area salute, coinvolgendo i vasti domini socio-sanitario e culturale sotto tutti gli aspetti. La definizione più esaustiva del termine ‘’aderenza (o adesione) terapeutica’’ è stata redata da OMS nel 2003*, in Italia confermata completamente con le Linee-guida dedicate all’argomento nel 2006: passando dal concetto passivo di ‘’compliance’’, meno completo e non integrativo, a quello dinamico di una ‘’..relazione tra pazienti e operatori sanitari, siano essi il medico, l’infermiere o altre figure professionali, (che) deve configurarsi come una partnership che si avvale in maniera fattiva delle capacità di ognuno”… “Le relazioni terapeutiche efficaci sono caratterizzate da un’atmosfera nella quale si esplora insieme ogni possibile modalità di intervento, si negozia il regime terapeutico, si discute dell’adesione ai trattamenti e si programmano le visite di controllo”
*Adherence to long-term therapies - Evidence for action, Published by the World Health Organization in 2003; “Adesione alle terapie a lungo termine. Problemi e possibili soluzioni”, edizione italiana 2006 – Critical Medicine Pubblishing Editore
L’adesione – o aderenza – alla terapia rappresenta quindi la chiave del percorso dinamico e multidirezionale messo in atto per la ripresa, il mantenimento e la prevenzione dello stato ottimale di salute della persona, affiancata dagli specialisti della salute, come “Coinvolgimento attivo e collaborativo del paziente a cui si chiede di partecipare alla pianificazione e all’attuazione del trattamento elaborando un consenso basato sull’accordo’’ * .
Per raggiungere il grado massimo di aderenza terapeutica, la persona ha diritto di accedere alle informazioni complete e dettagliate su:
- la propria condizione fisio-patologica, alla base della necessità di intraprendere il percorso di cura (la malattia ed i suoi fattori di rischio, in tutti i loro aspetti)
- tipo di cura prescritta, la sua estensione e progressione nel tempo,
- i farmaci indicati con le loro caratteristiche, meccanismo d’azione, possibili effetti avversi e interazioni farmacologiche ed alimentari, posologia dinamica,
- modifiche nello stile di vita personale (abolizione del fumo, integrazione dell’attività fisica, impostazione del corretto regime alimentare - dieta),
- coinvolgimento attivo dei familiari e acquisizione delle responsabilità sociali qualora si rendano necessari.
Mancata adesione alla terapia farmacologica: i rischi che si corrono
La mancata aderenza alle terapie costituisce un fattore di massimo impatto nella persistenza di problemi a livello della salute pubblica, con conseguenze non solo sanitarie ma anche sociali ed economiche, a livello globale.
Difatti, l’adesione alla terapia si definisce come l’adesione consapevole di quel paziente alla cura prescritta che comporta il completamento ad almeno 80% della cura stessa. Si parla invece di resistenza alla terapia quando la percentuale di adesione da parte del paziente scende al di sotto del 20%: a provocarla vi sono molteplici cause*, tra le quali di massima importanza sono la mancata o incompleta informazione al paziente riguardo alla sua condizione di malattia ed al percorso di cura da intraprendere; e la mancata od incompleta relazione tra il paziente e l’operatore sanitario, relazione che deve essere necessariamente basata su rispetto e fiducia reciproca per una collaborazione a pieno regime.
Il ruolo del farmacista, come professionista del farmaco, è quello fondamentale di mediatore sapiente tra il paziente ed il farmaco, per garantire l’uso propriamente adatto del farmaco stesso e quindi della adesione del paziente alla terapia: oltre ad un altissimo livello di qualità nel counselling al banco, anche con interventi e programmi specifici sviluppati in farmacia e resi accessibili grazie all’avvio della farmacia dei servizi (come ad esempio il confezionamento dei dispositivi blister-portapillole settimanali, di sistemi reminder della terapia, di protocolli di monitoraggio dei parametri biologici e funzionali come supporto nel controllo delle patologie croniche).
’’Pharmaceutical care e farmacia dei servizi sotto I riflettori’’ – Federfarma, 12°Forum sul Risk Management, Firenze, 2017