Segnando l’arrivo della stagione fredda, il mese di settembre significa rientro dalle vacanze, ripresa dei soliti ritmi di lavoro, inizio del nuovo anno scolastico. L’abbassamento della temperature e le prime piogge dànno il via allo scatenarsi delle cosiddette malattie stagionali, le patologie primarie e le loro complicazioni che interessano le vie respiratorie alte e medie (raffreddore e rinite, mal di gola con faringiti, laringiti e bronchioliti, influenza) e/o il tratto digerente (le gastroenteriti virali).
È risaputo ormai che i bambini si ammalano più spesso degli adulti: la frequenza delle malattie virali è la più alta nelle fasce 1-4 anni e 5-10 anni, si stabilizza a livello medio per la fascia 11-15 anni e riprende a pico alto per gli adolescenti e giovani adulti. Si parla della capacità dell’organismo di difendersi da agenti patogeni esterni, capacità che matura nel tempo e che viene attuata dal sistema immunitario, ovvero il complesso insieme di cellule e sostanze organiche deputato al riconoscimento degli agenti dannosi (agenti infettivi, tossine, scorie, cellule anomale) e l’eliminazione degli stessi al fine di ristabilizzare lo status di salute ottimale dell’organismo.
L’insieme delle difese immunitarie viene diviso in 2 rami: il primo costituisce l’immunità naturale, innata, definita su base genetica, con azione aspecifica quindi non in grado di distinguere tra i vari agenti esogeni, supportata da varie strutture (le barriere fisiche, i fagociti, gli eosinofili, il complemento, le citochine). Il secondo ramo è chiamato immunità acquisita, messa in atto da strutture organiche caratterizzate da diversità, specificità, autoregolazione e memoria, capacità che permettono a queste strutture di potenziarsi a contatto con agenti dannosi e di creare una risposta difensiva ‘’su misura’’ che si perfeziona nel tempo. L’elemento figurato principale della difesa immunitaria acquisita è rappresentato dai linfociti, un tipo particolare di leucociti, che nascono nel midollo osseo delle ossa piatte e poi si suddividono in 2 categorie con funzioni differenti. I linfociti B al contatto con l’agente esterno elaborano gli anticorpi sierocircolanti; mentre i linfociti T conducono sia alla diretta formazione degli anticorpi nel siero sia alla regolazione e potenziamento della risposta immunitaria, a livello umorale e cellulare. Tutti i linfociti migrano nei linfonodi periferici, la circolazione linfatica favorendo il contatto tra loro e l’antigene e la loro diffusione in tutti i distretti del corpo.
Alla nascita il bambino presenta un sistema immunitario immaturo, debole e non ancora in grado di lottare contro vari agenti patogeni, come i batteri Gram-negativi: difatti sono molto soggetti a contrarre infezioni quali pertosse, salmonellosi, escherichiosi; godono tuttavia di un’ulteriore copertura data da immunoglobuline (Ig)secrete nel colostro e nel latte materno, la cosiddetta immunità passiva, la cui efficacia si riduce gradualmente nei primi 6-8 mesi di vita. La capacità di sintetizzare i vari tipi di immunoglobuline aumenta e si stabilizza lentamente nel tempo, correlata alla frequenza di contatto con l’ambiente ed il tipo di ambiente stesso, che determina le stimolazioni antigeniche. L’insieme delle difese immunitarie è considerato completamente sviluppato all’età di 12-13 anni.
Per ridurre il rischio di complicazioni e l’indebolimento dell’organismo nei bambini, si parla spesso di cure omeopatiche e integrazioni nutrizionali con l’intento di sostenere le difese immunitarie basse. Sotto il consiglio del medico e del farmacista si potranno scegliere i rimedi più adatti al quadro clinico presentato, individuando e rinforzando i punti deboli.
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