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29 Ottobre 2018

Tra le zoonosi (malattie trasmissibili dall’animale all’uomo) si trova la filariasi, o filariosi, malattia che può colpire i cani di tutte le età e razze, più esposti essendo gli animali che vivono all’aperto e/o che hanno contatto diretto e costante con altri animali; oltre ai cani, questa malattia si può manifestare anche nei gatti, furetti, volpi, lupi, altri canidi e felidi. Si tratta di una malattia parassitaria provocata dalle forme adulte di nematodi della famiglia Onchocercidae (vermi cilindrici), genere Dirofilaria: D. immitis si localizzano a livello delle arterie polmonari, cuore (atrio destro), vena cava inferiore, provocando la filariosi cardio-polmonare; D. repens si localizzano a livello del tessuto sottocutaneo, provocando la filariosi sottocutanea; entrambe le forme patologiche sono trasmissibili all’uomo, sempre tramite puntura di zanzara (anche se è vero che l’uomo non rappresenta un ospite naturale di questo parassita, per cui può rimanere asintomatico o non sviluppare la malattia). La filariasi cutanea è presente in tutte le regioni del nostro Paese, mentre la forma cardio-polmonare si manifesta soprattutto nel Nord e Centro-Nord, con prevalenza in Pianura Padana, anche se ultimamente nuovi focolai sono stati segnalati in zone con considerate endemiche precedentemente (Centro-sud e Sud del Paese); il periodo di maggiore incidenza è da marzo-aprile a ottobre-novembre, con un pico nei mesi estivi.

Il vettore dell’infestazione è la zanzara, in particolare la zanzara tigre: le forme larvali del parassita, dette microfilarie, vivono all’interno dell’apparato bucale della zanzara, dove subiscono 2 stadi di sviluppo; durante il pasto di sangue della zanzara, vengono iniettate nel circolo sanguigno dell’animale, dove vanno incontro ad altri 2 stadi di sviluppo trasformandosi in forme adulte e localizzandosi definitivamente negli organi e tessuti-bersaglio. Le forme adulte dei parassiti rilasciano direttamente nel circolo sanguigno le larve al primo stadio di sviluppo, che vengono ingerite da una nuova zanzara che poi le trasmetterà ad un nuovo ospite finale. Ogni animale può ospitare da un minimo di 3 ad un massimo di 50 parassiti che possono sopravvivere fino a 7 anni, dando inizio a nuovi cicli di riproduzione e provocando alla fine la morte dell’ospite, per la massiccia infestazione e per i danni irreversibili d’organo.

I sintomi della malattia cutanea sono eccessivo prurito, perdita di pelo e comparsa di noduli sottocutanei; i sintomi sono facilmente individuabili, il che ci permette di intervenire tempestivamente: il medico veterinario farà esami approfonditi e indicherà la cura da proseguire.

I sintomi della malattia cardio-polmonare diventano evidenti solo quando il parassita entra nell’ultimo stadio di sviluppo; possono passare alcuni mesi prima che la malattia inizi a manifestarsi. Nelle forme lievi e moderate, il cane non presenta sintomi o li accusa in maniera leggera (difficoltà a respirare sotto sforzo, soffio cardiaco, calo ponderale che può passare inosservato). Nella forma grave, i sintomi sono evidenti e includono disturbi del respiro, affaticamento generale e mancanza di appetito, sostanziale perdita di peso, tosse, edema polmonare, epistassi, problemi neurologici, insufficienza cardiaca; nello stadio 4 della malattia, è evidente la sindrome della vena cava, situazione in cui l’ostruzione della vena da parte dei parassiti pone in grave pericolo la vita del nostro cane.

La terapia farmacologica sarà necessariamente impostata in base allo stadio della patologia; nella forma lieve e moderata può essere sufficiente la sola somministrazione di farmaci ad azione vermicida e limitazione dello sforzo fisico. Nella forma grave, oltre al farmaco vermicida, si associano farmaci sintomatici e riposo forzato; mentre nella terapia per la forma patologica in stadio 4 si può rincorrere all’intervento chirurgico, oltre ai farmaci sintomatici e vermicidi, la prognosi rimanendo comunque molto riservata. Anche dopo la guarigione, il cane rimane molto debilitato, avendo bisogno di cure attente per il recupero fisiologico degli organi danneggiati.

Risulta quindi di cruciale importanza la profilassi prevista per questa patologia. La prevenzione consta nell’uso di repellenti anti-zanzare sul pelo del nostro cane, per tutto il periodo della loro presenza (indicativamente da marzo a novembre), nonché attuare misure efficaci per ridurre il rischio di contatto diretto con questi insetti molesti (uso di zanzariere, uso di insetto-repellenti per l’ambiente). Sempre in via preventiva, dietro indicazione del veterinario, possiamo somministrare al nostro cane farmaci specifici che inibiscono lo sviluppo morfologico dei parassiti, da stadio larvale a stadio adulto; una volta al mese, tutti i mesi della permanenza delle zanzare più un mese (indicativamente, da marzo-aprile a ottobre-novembre); le molecole più utilizzate sono la milbemicina ossima, la selamectina, l’ivermectina e la moxidectina. Il medico veterinario sceglierà il percorso di prevenzione più adatto al nostro cane, tenendo conto della razza, dell’età, dell’ambiente e stile di vita.

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