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12 Marzo 2018

I rapporti statistici del 2017 sul censimento degli animali domestici in Italia parlano di circa 7.5 milioni di gatti domestici, dato coerente con le registrazioni negli studi medici veterinari, e di circa 1 milione di gatti randagi o in stato di semi-libertà (numero comunque impreciso date le difficoltà riscontrate nel controllo della loro diffusione territoriale). Parlando invece del numero di persone che soffrono di allergia cronica, in Italia vi sarebbero 10.7% del totale della popolazione (dato statistico rilevato nel 2017); di queste persone, il 10% soffre di allergie provocate dagli animali domestici, di cui il 5% dei casi è dovuto alla presenza dei gatti; dati solo approssimativi, visto che molte persone non sospettano di essere allergiche, perché abituate da sempre a convivere con i gatti, e quindi incline a sottovalutare gli eventuali segni e sintomi clinici.

La reazione allergica al pelo del gatto è in realtà una definizione impropria: a scatenare l’allergia non è il pelo di per sé, ma una serie di proteine prodotte dalle ghiandole sebacee e in piccola misura dalle ghiandole salivari del gatto, che vengono depositate sul pelo quando il gatto si lecca; quando la saliva si asciuga, le particelle contenenti queste proteine vengono sospese e diffuse nell’aria. Questo gruppo di proteine, chiamato FelD, sembra avere una similarità molecolare con le uteroglobuline, deputate a trasporto e rilascio di precursori metabolici, minerali, e soprattutto ormoni: difatti i gatti maschi non sterilizzati ne producono di più rispetto a quelli sterilizzati, e di più rispetto ai gatti femmine sterilizzate e non. Nel gruppo delle FelD vi sono state identificate fino ad oggi 8 proteine e il loro ruolo fisiologico non è ancora del tutto chiarito. È stato dimostrato invece il ruolo giocato dalle proteine FelD, e in particolare dalla FelD1, come allergizzanti per l’uomo: vengono veicolate da particelle, presenti nell’aria abitativa, di diametro di 1 – 20micron, che rimangono a lungo sospese nell’aria per poi depositarsi lentamente su superfici, oggetti, tessuti, vestiti ecc. e vi persistono per molto tempo (in termini di anni, anche quando il gatto è stato allontanato dall’abitazione). Non solo: anche i vestiti e i capelli dei proprietari di gatti diventano veicoli per gli allergeni; sono stati registrati casi di reazione acuta nelle persone allergiche, durante la loro permanenza in luoghi non frequentati dai felini ma dai loro padroni di casa (scuole, uffici).

La reazione allergica si manifesta prevalentemente con sintomi respiratori (rinorrea e/o congestione nasale, starnuti ripetuti ed insistenti, lacrimazione abbondante acida, colpi di tosse secca irritativa, respiro affannoso; sintomi simili a quelli dell’allergia ai pollini, polvere di casa, acari. Sintomi più forti, come tosse secca persistente nel tempo (non collegata ad episodi infettivi respiratori acuti), espiro sibilante, senso di pesantezza al torace, possono essere segni di asma bronchiale, da valutare in sede medica. L’allergia può interessare anche l’apparato cutaneo, con comparsa di prurito, eritema o rash cutaneo, o macchie maculo-papulose e prurito nella zona di contatto diretto (ad es. in caso di graffi). È stata dimostrata la cross-reattività nelle persone già affette di una forma di allergia pre-esistente, sia alimentare che respiratoria: il rischio d’insorgenza di reazione allergica al gatto aumenta in questi soggetti, per via dell’ipersensibilizzazione da esposizione, massiccia a breve termine o di basso impatto a lungo termine.

Il trattamento della reazione allergica acuta consiste nella somministrazione di cortisonici e/o antistaminici per uso esterno e /o interno: sarà il medico a decidere il protocollo curativo ed eventualmente l’impostazione della immunoterapia.

In casa si possono attuare delle misure igieniche preventive: lavarsi le mani dopo aver toccato il gatto; lavare e disinfettare molto spesso (ogni giorno) gli interni abitativi; ridurre la presenza di tappetti, tessuti, tende per evitare l’accumulo dell’allergene; limitare la presenza del gatto a una sola stanza della casa o se possibile all’esterno (in giardino); usare sistemi di aerazione con filtri ad alta efficienza; spazzolare e lavare a secco il pelo del gatto ogni giorno; spruzzare prodotti ipoallergenici disinfettanti sui divani, letti, tappetti ecc.

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