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20 Novembre 2017

L’influenza è nota a tutti come una malattia infettiva acuta delle alte vie respiratorie; è indotta da RNAvirus della famiglia Orthomyxoviridae. I sintomi comuni sono febbre all’esordio molto alta, starnuti, congestione nasale e rinorrea, mal di testa e mal di gola, brividi e dolori muscolari generalizzati, disidratazione e secchezza delle mucose, tosse secca irritativa (che può anche permanere per più di 2 settimane); nei bambini piccoli è frequentemente presente la componente gastrointestinale (vomito e diarrea) mentre gli anziani accusano di più stato confusionale ed astenia. Tra le complicazioni della malattia influenzale vi è in primis la co-infezione batterica (sinusiti, otiti, broncopolmonite batterica acuta), come anche il peggioramento di un quadro clinico preesistente (asma e BPOC, diabete, malattie cardiache e coronariche, malattie autoimmuni).

Il contagio avviene tramite contatto diretto con persone e/o superfici infette: respiratorio, cutaneo, oculare (mano infetta che tocca l’occhio). Il periodo di incubazione è corto (24-36h); la contagiosità inizia già nelle 24h prima della comparsa dei sintomi e finisce una settimana dopo la scomparsa degli stessi (i bambini e i soggetti immunodepressi sono contagiosi ancor più a lungo). Il picco influenzale avviene durante la stagione fredda, presentando eziologia multifattoriale: le temperature basse e la riduzione del tasso di umidità dell’aria (anche se nelle regioni tropicali il picco influenzale avviene proprio nel periodo delle piogge); l’affollamento dei luoghi pubblici e la riduzione delle attività svolte all’aperto. Alcuni test scientifici collegano la riduzione dei livelli sistemici di vitamina D durante l’inverno con l’insorgenza del virus ed il maggior rischio di contrarre l’influenza.

Si conoscono 3 tipi di virus influenzali appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae: A (i più virulenti nell’uomo), B, C; i virus A e B si diversificano in vari sottotipi in base alle combinazioni delle glicoproteine (emoagglutinina, H; neuraminidasi, N) sulla loro superficie. Per i virus A è stata identificata come serbatoio naturale la specie aviaria; i virus B sono invece quasi esclusivamente patogeni della razza umana, la virosi influenzale B è meno frequente e meno virulenta; l’influenza C è comune a uomo e suino potendo causare epidemie nelle zone a rischio. Ogni anno l’influenza A HxNx colpisce centinaia di milioni di persone in tutto il mondo; in Italia, la scorsa stagione influenzale ha contato quasi 2.000.000 casi, di cui gran parte bambini in età prescolare e scolare e anziani. L’OMS svolge un’attività globale di sorveglianza sulla malattia influenzale, nello sforzo di scongiurare possibili epidemie/pandemie come quelle del secolo scorso (l’influenza spagnola, 1918-1919; l’influenza asiatica, 1957; l’influenza di Hong Kong, 1968). L’attività di monitoraggio è sostenuta dai Centri Nazionali per l’Influenza, in Italia operante all’interno del Dipartimento malattie infettive dell’ISS; i rapporti della rete Influnet, stillati in sequenza settimanale per i mesi invernali, sono reperibili sui siti web del Ministero della Salute e dell’ISS. In base ai dati raccolti e all’analisi dei sottotipi virali coinvolti nell’infezione virale di ogni stagione, si sintetizzano i vaccini antinfluenzali, messi a disposizione durante le campagne di vaccinazione che durano generalmente da metà ottobre a fine dicembre (salvo diversa indicazione da parte delle Enti di controllo) e a resa gratuita per le categorie ad alto rischio: bambini dall’età di 6mesi, ragazzi, donne in gravidanza e allattamento, anziani sopra i 65anni; operatori nelle reti socio-sanitarie; pazienti in polifarmacoterapia.

Per la prevenzione dell’influenza, l’ECDC (Centro Europeo per il Controllo delle malattie) raccomanda fortemente di rispettare le buone norme igienico-sanitarie (lavare spesso le mani; coprire naso e bocca quando si starnutisce e tossisce; non frequentare luoghi pubblici quando si è malati); oltre al rispetto delle regole igieniche, seguire il consiglio del medico curante riguardo al vaccino antinfluenzale, reperibile in farmacia o in ambulatorio medico.

Per chi sceglie le terapie alternative, da anni la medicina omeopatica dispone dei cosiddetti vaccini omeopatici orali, composti immunostimolanti cioè in grado di indurre risposta immunitaria cellulo-mediata. Anche la fitoterapia si avvale dell’utilizzo di estratti vegetali da sempre conosciuti come immunomodulatori-echinacea, uncaria, tabebuia, sambuco, rosa canina, astragalo, mirtillo sono solo alcuni esempi. La medicina tradizionale cinese impiega l’uso dei funghi, i conosciutissimi Reishi, Shiitake e Maitake. Le cure alternative potranno essere associate alla medicina allopatica; seguendo i consigli del proprio medico curante e del farmacista di fiducia, per la prevenzione e cura della sindrome influenzale.

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