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01 Aprile 2019

Dr.ssa Afrodita Alexe

Aggiornamento delle LG ESC/ESH - 2018

Come ormai ben risaputo, si definisce ipertensione arteriosa la situazione patologica in cui si verificano innalzamenti dei valori pressori oltre la soglia considerata ‘’normale’’ (120-129 mHg sistolica e 80-84 mHg diastolica), in seguito a misurazioni eseguite in sequenza in ambulatorio medico e con monitoraggio domiciliare su indicazione e sotto controllo medico. Tra le indicazioni riportate nelle linee-guida ESC/ESH 2018, si conferma la forte raccomandazione riguardo la prevenzione e controllo dell’ipertensione arteriosa e dei fattori di rischio correlati:

-il monitoraggio della pressione arteriosa (almeno 3-4 volte all’anno) e dei principali parametri biologici (colesterolo, trigliceridi e glicemia) con calcolo del Rischio cardio-vascolare (almeno 1 volta all’anno) - raccomandazione per tutti gli adulti sopra i 18 anni;

-il monitoraggio intensivo (in sequenza, in base al quadro clinico) in presenza di fattori di alto rischio, come la compresenza di condizioni metaboliche genetiche (dislipidemie familiari) o di patologie (quali malattie cardio-cerebro-vascolari, renali, diabete) e/o nel periodo della terapia farmacologica – raccomandazione per tutti coloro che rientrano nella categoria dei suddetti fattori di rischio; l’esecuzione di un holter pressorio nei casi in cui vi è specifica necessità

-l’adozione di una corretta alimentazione (in cui una parte importante è occupata dall’introito di sale) e di uno stile di vita sano ed equilibrato.

Le statistiche

Secondo l’ultimo rapporto OsMed* (dati 2017; pubblicato ottobre 2018), l’ipertensione arteriosa continua ad essere il fattore di rischio numero 1 per l’incidenza di malattie cardio-cerebro-vascolari e più precisamente per l’infarto miocardico e/o cerebrale (prime 2 cause di morte in Italia), scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, ictus cerebrale, insufficienza renale cronica (che rappresentano in sequenza le cause maggiori di morbilità/mortalità nella nostra penisola). Più del 30% della popolazione italiana ne è affetta da malattia pressoria, di cui la maggior parte nella fascia d’età sopra i 65 anni; ma negli ultimi 15 anni si è osservata un’incidenza crescente nella fascia d’età giovane, tra ragazzi ed adolescenti, ad oggi più del 10% di loro risultando già essere ipertesi: numero da correlare con cattive abitudini nell’alimentazione (sovrappeso od obesità) ed al fattore ereditario (dislipidemie familiari, diabete).

Ai controlli di routine, più del 30% degli italiani sono risultati essere ipertesi pur non sapendo di esserlo: un dato che si rispecchia nelle raccomandazioni delle linee-guida sul monitoraggio della pressione arteriosa e sulla qualità della dieta. Alle difficoltà riscontrate nel monitoraggio preventivo, si aggiungono quelle collegate all’aderenza alle terapie farmacologiche da parte delle persone: si stima che dal 20 al 30% delle terapie antipertensive (con 1 o più farmaci associati) falliscono per mancanza, totale o parziale, di adesione dei pazienti (cioè lacune nell’osservanza delle regole nella somministrazione dei vari farmaci, per vari motivi: incompleta e scorretta informazione sui farmaci; scorretta associazione in terapia tra vari farmaci e/o integratori, per tempo e modalità di assunzione; mancato o scorretto monitoraggio dei valori pressori che può indurre la persona a modificare unilateralmente la dose dell’antipertensivo ecc)

Un ultimo dato riguarda i casi di ipertensione arteriosa incontrollabile, ovvero che non risponde alle terapie farmacologiche ottimali; se ne stima circa il 10% della totalità dei casi. Anche questo è un dato rispecchiato nelle raccomandazioni ESC-ESH, tra le quali un ruolo fondamentale è giocato dal controllo dell’alimentazione, che deve stare alla base della terapia medica attuata per ogni quadro clinico presentato.

Il sale nell’alimentazione

I dati della ricerca scientifica confermano che un eccessivo apporto di sale (cloruro di sodio) può indurre l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone già predisposte. Risulta difficile quantificarne l’introito quotidiano, visto che sulle etichette degli alimenti, il più delle volte, alla voce ‘’sale’’ troviamo la scritta ‘’qb’’ (quanto basta) e che la cucina tradizionale, saporita e gustosa, vuole il suo apporto di sale, spezie e condimenti.

Secondo le indicazioni OMS, l’introito giornaliero complessivo di sale dovrebbe essere di massimo 5g (più o meno un cucchiaino da caffè) corrispondendo a circa 2g di sodio; le statistiche ne indicano invece un apporto molto più alto, quasi doppio, di cui più del 70% è rappresentato da quello introdotto con gli alimenti industriali e quelli consumati fuori casa; e solo il 10% è indicato come quello utilizzato per cucinare in casa. Nella lista degli alimenti più ricchi di sale troviamo la pizza (300g ne apportano 2g di sale), i salumi, le salsicce, il prosciutto, i formaggi freschi, il pane preconfezionato, ma anche gli snack, i biscotti, le bevande idrosaline dissetanti**. Per riuscire a ridurre il consumo di sale a tavola, bisogna agire sull’alimentazione ed impostare alcune semplici regole:

-limitare l’aggiunta di sale durante la preparazione dei piatti; utilizzare per insaporire spezie, condimenti ed erbe aromatiche, aceto, succo di limone e limitare l’uso di condimenti alternativi come i dadi, i brodi pronti, ketchup, senape ecc;

-prediligere il sale iodato oppure il sale iposodico (per il quale si deve prestare la giusta attenzione in caso di disturbi renali);

-limitare il più possibile il consumo di snack e spuntini salati, patatine, fast-food e street-food, merendine;

-aumentare invece il consumo di frutta e verdura fresca, almeno 5 porzioni al giorno, variando il più possibile;

-durante l’attività sportiva, laddove possibile, reintegrare i liquidi persi con la semplice acqua;

-non aggiungere sale nei cibi preparati per i bimbi, per tutto il primo anno di vita almeno

L’impostazione della dieta a basso consumo di sale è più semplice di quanto si possa credere: è stato visto che a distanza di circa 1 mese dall’inizio, si ha una significativa riduzione del gusto salato, che tradizionalmente è collegato alla percezione di ‘’buona cucina’’, di soddisfazione del palato e del senso organico di sazietà.

La farmacia Pelizzo continua ad essere a disposizione degli utenti come farmacia di turno ad Udine, aperta 7 giorni su 7 con orario continuato, con i servizi del reparto Prevenzione ed analisi mantenuti attivi anche durante il fine settimana: i servizi di Telemedicina (holter pressorio, ECG, holter cardiaco), le analisi di prima istanza, la misurazione della pressione arteriosa ed il calcolo RCV, il servizio del portapillole/blister settimanale. Inoltre, nel reparto Elettromedicale la farmacia dispone dei misuratori di pressione arteriosa della marca Omron (leader mondiale nel ramo dell’apparecchiatura elettromedicale) che nel mese di aprile sono oggetti di un’importante campagna di promozione e divulgazione per il largo pubblico: per maggiori informazioni non esitate a contattarci.

Articoli correlati:

La misurazione della pressione arteriosa - Mag.2018

(La campagna mondiale di sensibilizzazione per la lotta all’ipertensione arteriosa)

*fonte: Rapporti OsMed (Report regionali sul consumo dei farmaci in Italia/anno 2017) – AIFA

**fonte: INRAN