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06 Maggio 2025

omnibiotic linea di probiotici e prebiotici in farmacia pelizzo a udine

Drssa Afrodita Alexe

I PROBIOTICI: non solo '' fermenti lattici'' 

Genericamente, ‘’probiotico’’ è il termine con il quale si intende la categoria dei ‘’fermenti lattici’’, termine largamente utilizzato per indicare gli integratori alimentari e nutrizionali a base di ceppi scelti di microorganismi ritenuti benefici per l’organismo umano in base ai risultati di test ed esami di laboratorio e clinici (test validati scientificamente).

Il termine ‘’probiotico’’ deriva dal greco (pro -’’a favore di’’ e bios -’’vita’’) oppure secondo altri autori, dal latino (una parola ibrida che significherebbe ‘’pro-vita’’) e indica il gruppo di ‘’microorganismi vivi che somministrati in forme e dosi adeguate apportano benefici alla salute dell’ospite’’ (definizione FAO e OMS).

Il termine ''probiotico'' sostituisce integralmente quello più datato di ''fermenti lattici'' quale dimostrato scientificamente e clinicamente non corrispondente: non tutti i microrganismi che producono acido lattico, possono essere definiti come ''benefici per la salute umana''.

Il nome tradizionale di “fermenti lattici” (in inglese Lactic Acid Bacteriae) comprende tutti i batteri (come lattobacilli, bifidobatteri, streptococchi, lattococchi) che producono acido lattico utilizzando vari substrati organici; i loro effetti benefici sulla salute umana furono ipotizzati per la prima volta agli inizi del secolo scorso dal biologo ed immunologo russo Elia Metchnikoff, che durante i suoi studi presso l’Istituto Pasteur di Parigi identificò il bacillo che rallentava i processi di degradazione a livello intestinale e che chiamò Lactobacillus bulgaricus.

Da allora la scienza ha fatto grandi passi avanti, arrivando oggi a definire qualitativamente e quantitativamente il microbiota umano sequenziandolo geneticamente; ed a identificare i microrganismi che più si addicono alla definizione di ''probiotico'', caratterizzando i microrganismi nei minimi dettagli (identificazione fenotipica e genotipica).

La definizione unanimamente approvata del microrganismo probiotico è quella redata nel 2001 da FAO US (Food and Agriculture Organization, Organizzazione per il cibo e l’agricoltura) e OMS (Organizzazione Mondiale dela Sanità) : ''I probiotici sono microrganismi vivi e vitali che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo''.

MICRORGANISMI VIVI E VITALI: quali sono e quali sono le loro proprietà e caratteristiche?

La definizione FAO / OMS si riferisce ai microorganismi non patogeni per l’uomo e già presenti nell’alimentazione umana o aggiunti ad essa; quindi esclude ogni riferimento ad agenti bioterapeutici e microorganismi non utilizzati in ambito alimentare.

Le specie principali di microorganismi prese in considerazione dalla ricerca scientifica sono in prima battuta quelle che presentano biosimilarità con le specie che già formano il microbiota intestinale umano; e con quelle che formano il microbiota umano per ogni distretto in parte, nell'intento di un approccio più specifico possibile (apparato cutaneo, apparato genito-urinario, apparato connettivo, cervello).

Ad oggi, queste specie sono

-- i lattobacilli

-- i bifidobatteri

-- i lieviti

Come si sceglie un probiotico? i criteri di definizione degli integratori con probiotici (fermenti lattici)

Per essere utili e non dannosi per la salute dell’uomo, i probiotici devono presentare delle caratteristiche e si devono conformare a regole precise, di cui fondamentali sono 4:

- essere sicuri quando somministrati all’uomo: in nessuna circostanza non devono diventare patogeni, e non devono essere soggetti a sviluppare antibiotico-resistenza (trasmissibile e/o acquisita);

- essere vitali (vivi) e attivi a livello intestinale e in quantità tale da dimostrare anche in vivo la stessa attività osservata in vitro (cioè durante i test da laboratorio);

- essere capaci di persistere nell’organismo umano, avere quindi capacità di selezione e affinità per i siti di collocazione nel lume intestinale, a discapito di altri microorganismi (potenzialmente patogeni o direttamente patogeni); in altre parole, essere capaci di sopraffare altri microorganismi in situs per insediarsi al loro posto

- formare colonie persistenti e resistenti, in maniera da poter osservare gli effetti e i benefici già descritti secondo la ricerca scientifica (questi effetti sono correlati alla elaborazione da parte dei probiotici, di sostanze benefiche per l’ospite, come enzimi, profattori delle vitamine, batteriocine ecc).

Da ciò si evince una regola fondamentale: per riequilibrare e mantenere un microbiota intestinale sano e florido non è sufficiente solo l’aumento della colonizzazione con microorganismi ritenuti benefici ma ciò deve accadere in concomitanza alla riduzione della quantità di quelli potenzialmente patogeni.

Un’altra nota importante si riferisce alla sottospecie, sottotipo o ceppo del probiotico preso in esame: l’effetto benefico evidenziato in vitro/in vivo per un ceppo di microrganismo non è generalizzato per l’intera famiglia/specie; ovvero, il tipo di attività evidenziata in laboratorio e in clinica per ogni tipo/ sottotipo/ ceppo di microorganismo è da attribuirsi solo a quel ceppo per cui è stata testata di proposito (ad esempio, non tutti i lattobacilli hanno lo stesso tipo di azione ed effetto, a parte le caratteristiche generali della specie).

Gli integratori alimentari di probiotici (ovvero di ‘’fermenti lattici’’): come vengono formulati?

Nella formulazione degli integratori alimentari e nutrizionali di fermenti lattici (probiotici) si deve tener conto di alcuni aspetti fondamentali:

-- ogni ceppo utilizzato nella formula deve essere denominato e caratterizzato (identificazione completa della specie e del ceppo - a livello tassonomico: fenotipo e genotipo, per analisi completa del genoma batterico, utilizzando uno dei metodi certificati e validati a livello internazionale);

-- il ceppo deve essere depositato, ossia registrato in maniera univoca in modo da poter facilmente monitorare eventuali effetti negativi della formula in utilizzo e garantire la sicurezza del prodotto

-- il microrganismo deve superare indenne l’ambiente gastro-duodenale e arrivare attivo e vitale nell' intestinale in quantità tale da poter esercitare gli effetti benefici

-- il microrganismo deve essere in grado di aderire alla mucosa intestinale, moltiplicarsi e formare colonie floride

-- il microrganismo deve altresì essere in grado di influire positivamente sulla composizione del microbiota intestinale, modulando e reintegrando le sue attività benefiche per il corpo umano

-- il microrganismo non deve essere portatore di antibiotico-resistenza acquisita e/o trasmissibile: una condizione sine qua non per la formulazione degli integratori di probiotici

-- la quantità di cellule vive presenti nel prodotto deve essere riportata in etichetta per ogni ceppo e deve essere garantita, con le modalità di conservazione suggerite, fino al termine della data di scadenza del prodotto,  tenendo conto anche di possibili alterazioni durante le fasi di stoccaggio

-- nella dose giornaliera dell’integratore alimentare di probiotici (fermenti lattici) devono essere presenti non meno di 10⁹ (1 mld) unità microbiche per almeno uno dei ceppi presenti nella formula ( Linee Guida sui Probiotici e Prebiotici del Ministero della Salute  - Revisione maggio 2018 e succ) ;

  • dose che deve essere garantita fino alla fine dello shelf-life dell’integratore stesso (cioè fino alla data di scadenza del prodotto, correttamente utilizzato e conservato, rispettando le istruzioni del produttore);
  • dosi minori possono comunque essere impiegate ma solo nel caso di quei ceppi che scientificamente e clinicamente hanno mostrato adeguate capacità di colonizzazione intestinale a quelle dosi.

SHELF-LIFE: VITA DEL PRODOTTO DALLA PRODUZIONE AL CONSUMO

La shelf-life ( letteralmente “vita di scaffale” ) rappresenta il periodo di tempo durante il quale un prodotto mantiene inalterate le sue caratteristiche fisico-chimiche, qualitative e sensoriali nelle normali condizioni di conservazione e utilizzo indicate dal produttore; ed è indicato dalla data di scadenza riportata obbligatoriamente in etichetta del prodotto.

Il termine shelf-life è riferito a tutti i prodotti alimentari, medicinali o altre merci destinate a deteriorarsi o, comunque, a cambiare le loro caratteristiche nel tempo, ed è il periodo durante il quale un prodotto rimane adatto per l’uso previsto.

La data di scadenza è legata al calcolo dela shelf-life ed è il termine della durata di conservazione, dopo la quale il prodotto potrebbe non funzionare più come previsto.

La shelf-life è quindi il periodo di tempo in cui un prodotto può essere tenuto in un magazzino, negozio o in una casa prima di diventare inadatto ala vendita e/o al consumo ; il calcolo della shelf-life deve tenere conto di molteplici fattori, tra i quali:

• le materie prime, che possono essere soggette a processi di deterioramento/degradazione più o meno veloci

• i processi di produzione

• le condizioni di trasporto, stoccaggio e vendita

• l’imballaggio, che può incidere in modo significativo sulla durata di conservazione

• le condizioni che dettano la conservabilità ( temperatura, umidità, luce, esposizione / contatto con microrganismi dell'ambiente esterno) a cui vengono esposti i prodotti prima di essere consumati

 

La capacità di resistere nell'ambiente gastro-duodenale

Una delle caratteristiche essenziali di un microrganismo scelto come probiotico è quella di mantenere la sua incolumità quando passa attraverso l'ambiente gastro-duodenale: deve essere resistente al pH acido dello stomaco, all'azione del suco gastrico ed a quella degli acidi biliari nel duodeno; solo alcuni microrganismi riescono a mettere in atto meccanismi di difesa specifici in funzione dell'ambiente in cui si trovano.

Per sopravvivere indenni al passaggio nell'ambiente acido dello stomaco, alcuni batteri (come per esempio il Bifidobacterium animalis subsp. lactis o il Lactococcus lactis subsp. lactis) attuano meccanismi di protezione  come l’espulsione dei protoni attraverso specifiche pompe o la formazione di spore: una strategia molto utile che assicura al microrganismo la capacità di tollerare condizioni di forte acidità, permettendogli di arrivare illeso nell’intestino dove inizia il processo di reidratazione e germinazione attivato da nutrienti specifici, con il risultato finale della riattivazione del batterio “dormiente”.

 Anche la resistenza ai sali biliari è una caratteristica essenziale per un microrganismo scelto come probiotico: l’attività enzimatica esplicata dalle idrolasi specifiche (BSH, Bile Salt Hydrolase) è l'unico meccanismo che permette di resistere ala tossicità dei sali biliari nella forma coniugata e non tutti i tipi di batteri ve ne sono provvisti; capacità da dimostrare non soltanto in vitro, ma anche in vivo con studi specifici (come quello di recovery fecale: per valutare la capacità del probiotico di ripristinare o migliorare in maniera significativa la composizione qualitativa e quantitativa del microbiota intestinale, osservandone le modifiche e le attività durante e dopo l'assunzione del probiotico in esame).

Tra i batteri che mostrano questa proprietà si trovano i generi Lactobacillus, Bacillus, Bifidobacterium ed Enterococcus: microrganismi che maggiormente sono presenti nelle formule di integratori alimentari e negli alimenti e sono comunemente accettati come probiotici.

 

La farmacia Pelizzo, farmacia di turno ad Udine aperta con orario continuato 7 giorni su 7, dispone nel reparto Integrazione e nutrizione di una vasta gamma di integratori alimentari e nutrizionali di probiotici (fermenti lattici) e prebiotici, delle marche più prestigiose come OmnibioticMetagenics, Solgar: per maggiori informazioni contattateci.

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fonte essenziale

http://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/1470

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1016_allegato.pdf

 

 

 

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