Come abbiamo già visto, l’elettrocardiogramma è la rappresentazione grafica dell’attività elettrica del cuore, che apporta le oscillazioni di potenziale elettrico registrate in ogni fase dell’attività cardiaca, sotto forma di immagini lineari in sequenza ininterrotta di registrazione dell’impulso elettrico generato nella cellula cardiaca. Le applicazioni in campo medico sono importantissime, sia in termini di prevenzione (per monitorare lo stato di salute del sistema cardio nello sportivo, durante una gravidanza con presenza di fattori di rischio cardio-vascolare, post-interventi chirurgici ecc), sia per controllare l’andamento nel tempo della terapia farmacologica nelle varie patologie del cuore e correlate.
Negli anni ’60, il fisico statunitense Norman J. Holter ideò il monitor che gli porta il nome, per registrare in modo continuativo l’attività cardiaca per una durata di 24h; invenzione nata dalla necessità di verificare e registrare le azioni del cuore in persone che accusavano sintomi e segni di alterazioni del ritmo cardiaco, pur presentando un tracciato ECG normale. Quindi, il Holter cardiaco* si basa sullo stesso principio dell’elettrocardiogramma, con la differenza che permette di avere una riproduzione fedele dell’attività elettrica del cuore per un periodo più lungo di tempo, che varia da 24h a 7 giorni in base all’indicazione medica. Le applicazioni cliniche sono di approfondimento diagnostico:
-la valutazione, nelle persone senza storico clinico di cardiopatie, dei sintomi come dispnea e dolore toracico non spiegabili altrimenti; sincopi, presincopi; crisi frequenti e/o prolungate di cardiopalmo (palpitazioni)
-la valutazione del rischio di insorgenza di aritmie nelle persone affette da cardiopatie croniche, come cardiomiopatia dilatativa, la sindrome del QT lungo, la sindrome Wolff-Parkinson-White, gli status post-infarto, anomalie valvolari ecc;
-la valutazione dell’efficacia terapeutica e degli effetti avversi dei farmaci antiaritmici, in persone affette da difetti del sistema di conduzione del cuore (extrasistole, fibrillazioni, bradi-tachicardia, blocco sino-atriale o atrioventricolare – anche quando indotto dai farmaci)
L’esame consta nell’applicazione di elettrodi (in numero variabile da 5 a 8 in funzione dell’apparecchio utilizzato) sulla superficie corporea, collegati poi ad un monitor delle dimensioni di un cellulare, attaccato alla cintura oppure fissato al torace della persona; è consigliabile fissare saldamente gli elettrodi ed il monitor, dato che per tutto il periodo dell’analisi non si possono rimuovere. Il paziente continuerà ad eseguire le sue normali attività quotidiane, a parte quelle che comportano contatto con l’acqua (doccia, vasca, piscina); dovrà inoltre annottare su un piccolo diario l’orario e il tipo delle varie attività svolte, nonché la comparsa di eventuali disturbi, in modo da poter essere collegati ai dati registrati dal monitor. È ribadita l’importanza del mantenere saldi in loco gli elettrodi e di non spegnere il monitor durante tutto il periodo dell’esame, in caso contrario dovendosi ripartire da capo. Una volta concluso il periodo dell’esame, il paziente ritornerà nello studio clinico e l’operatore staccherà gli elettrodi e provvederà a scaricare e registrare i dati dal monitor nel sistema operativo del PC, inviandoli all’esperto cardiologo per la refertazione. Il risultato andrà ad aumentare la precisione della diagnosi di eventuali disturbi sui quali si ha un dubbio clinico e permetterà al medico di prescrivere altri accertamenti e le cure mirate, indicando anche in certi casi il monitoraggio periodico o sequenziale.
Il vantaggio dell’esecuzione di un Holter cardiaco consta nella possibilità di rilevare aritmie occasionali non evidenziabili durante il breve periodo di un ECG tradizionale; per le persone che accusano sintomi ancor più transitori, il Holter cardiaco può essere usato per un periodo più lungo, fino a 7 giorni, gli apparecchi moderni potendo registrare e convertire i dati, usando specifici software e algoritmi di calcolo, conteggiando i Complessi QRS, indicando la frequenza cardiaca minima, media e massima e rilevando le sequenze dell’attività cardiaca che meritano una più attenta osservazione.
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