Dr.ssa Afrodita Alexe
Il nuovo Coronavirus – SARS-CoV-2 – e la malattia che provoca – Covid-19 – mettono a dura prova la resistenza e la capacità di reagire dell’organismo umano; come per tutte le malattie nuove, c’è bisogno di tempo per raccogliere dati scientifici e clinici, per formare ed arricchire un data-base solido e attendibile a cui attingere per poterla controbattere. La raccolta dei dati è energica, multidimensionale e multi-settoriale, coinvolgendo in tutto il mondo scienziati, personale socio-sanitario e specialisti negli svariati rami della scienza e della salute: riguardo alla sicurezza dell’uso dei farmaci, sia nel trattamento dei sintomi della Covid-19, sia nella continuazione della terapia farmacologica in atto per patologie croniche nelle persone affette da Covid-19, gli scienziati hanno stillato delle linee-guida specifiche, con precisazioni basate sui dati scientifici e clinici raccolti ad oggi; e come sempre il ramo della farmacovigilanza è basato sulla raccolta di nuovi dati frutto della collaborazione di tutti gli operatori coinvolti.
Covid-19, gli antipiretici e gli antiinfiammatori
Ad oggi, il farmaco antifebbrile più utilizzato nel mondo è il paracetamolo, seguito da ibuprofene e dall’aspirina; non sono state riscontrate reazioni avverse direttamente correlate al nuovo coronavirus. Il paracetamolo sembra avere un profilo farmacologico sicuro in tutte le fasce d’età e per tutte le categorie di pazienti, nel rispetto delle indicazioni d’uso (dose e tempo di cura) e fermo restando patologie pregresse che ne impedirebbero l’utilizzo (insufficienza epatica e renale, disidratazione sistemica, anemia emolitica ed a.).
L’ibuprofene (e tutti i FANS – anti-infiammatori non steroidei: ketoprofene, diclofenac, naprossene sono i più utilizzati) è stato oggetto di monitoraggio intensivo da parte dell’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) in seguito a segnalazioni di sospetto peggioramento del quadro clinico nei pazienti affetti da Covid-19, anche asintomatici. In una nota pubblicata il 30 marzo 2020, EMA dichiara che non esistono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’assunzione di ibuprofene ed il peggioramento della malattia Covid-19; il monitoraggio continua, con la attenta valutazione di tutte le informazioni raccolte e centralizzate dagli organismi sanitari competenti.
per approfondire leggi qui
Coronavirus: il rischio ibuprofene - Covid 19, la comunicazione AIFA Apr.2020
L’aspirina è storicamente il primo FANS ad essere utilizzato, come antipiretico antidolorifico, per controllare uno stato febbrile come per curare mal di testa o dolori articolari generiche; anch’esso è considerato sicuro, con le precauzioni del caso (controindicato sotto i 16 anni di età, nei pazienti affetti da disturbi gastrici cronici, disturbi cardio-vascolari ecc)
Covid-19 e gli antipertensivi attivi sul sistema RAA
E’ ormai saputo che una delle porte di entrata nella cellula bersaglio usata del virus SARS-Cov-2 è l’utilizzo della similarità molecolare tra la sua proteina spike e la ACE (enzima di conversione dell’angiotensina); per cui sono state avanzate alcune ipotesi, anche in contrasto tra loro, circa l’effetto che avrebbe l’attacco da parte del virus sul rilascio e l’utilizzo della ACE nei tessuti del nostro corpo, e in particolare nei casi delle persone che utilizzano farmaci inibitori della ACE per la regolazione della pressione arteriosa e per altri problemi cardio-vascolari; e per estensione, anche riguardo ai sartani (farmaci antagonisti del recettore dell’angiotensina II).
Cos’è ACE? Quali sono i farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone?
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A marzo a.c., ESC (European Society of Cardiology) ha pubblicato una Position Statement in cui chiarisce che al momento non vi sono evidenze scientifiche circa l’effetto peggiorativo della terapia farmacologica cronica a base di ACE-inibitori e/o sartani, nei pazienti affetti da Covid-19; che sono stati avviati e tuttora in corso degli studi clinici e farmacologici per far luce sull’argomento; ed infine raccomanda fortemente di non sospendere la terapia farmacologica con questi farmaci e di controllare con il proprio medico tutti gli effetti e l’andamento generale della terapia individuale in corso.
Segnalazione delle sospette reazioni avverse ed effetti indesiderati dei farmaci
Nella nota del 24 aprile a.c., la AIFA ricorda a tutti gli operatori sanitari nonché a tutte le persone confermate positive a Covid-19 o con sospetta infezione, di segnalare tempestivamente tutte le reazioni avverse od indesiderate dei farmaci in terapia, sia di quelli utilizzati strettamente per la cura della malattia virale sia di tutti gli altri farmaci assunti per condizioni patologiche preesistenti ed a lungo termine.
I pazienti (o i care-giver per loro) potranno comunicare tutte le informazioni-raccolte più accuratamente possibile- al proprio medico di famiglia, all’operatore sanitario direttamente coinvolto nella sequenza delle cure (medico o infermiere), al farmacista: le informazioni raccolte sui farmaci saranno aggiunte a quelle già disponibili in base agli studi clinici e sperimentali effettuati finora ed andranno a migliorare ulteriormente la modalità d’uso degli stessi in termini di sicurezza farmacologica.
Le stesse informazioni potranno essere inserite e condivise direttamente nell’apposita sezione del sito AIFA:
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse
Il comunicato completo è consultabile e scaricabile al link:
Inoltre, si ribadisce l'importanza di seguire e rispettare le norme e regole istituite per ridurre sia il contagio che l'aggravamento della sintomatologia: rispettare le regole del distanziamento sociale e i divieti di trasferimento inter-comunali, utilizzare i dispositivi di autoprotezione, lavarsi spesso le mani e disinfettare le superfici; in caso di comparsa di segni e sintomi sospetti (di cui in primis la febbre) restare a casa, non prendere farmaci di propria iniziativa e contattare subito il proprio medico/pediatra di libera scelta o in alternativa chiamare uno dei numeri d'emergenza messi a disposizione dagli enti competenti.
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