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13 Febbraio 2023

drssa Afrodita Alexe

Cos'è la politerapia farmacologica? e cosa ci si deve aspettare quando si assumono più farmaci contemporaneamente?

Con il termine politerapia farmacologica si intende l’assunzione concomitante di più farmaci della stessa o (più spesso) di diverse aree terapeutiche: è un fenomeno in costante crescita negli ultimi decenni, è diventato esponenziale negli ultimi anni (colpa in concorso la pandemia dovuta al SARS-CoV-2) e gli specialisti lo considerano un pericolo potenzialmente esplosivo, da molteplici punti di vista.

Le politerapie farmacologiche si rendono necessarie nei casi in cui vi esistono più patologie concomitanti: la cosiddetta co-morbilità, di cui in Italia i numeri sono in crescita esponenziale - solo della fascia di popolazione sopra i 70 anni, se ne stimano circa 1.300.300 persone che ricevono da 5 a 10 farmaci al giorno in prescrizione. ‘’Il gruppo di età risultato essere esposto al più alto carico farmacologico è quello tra i 75 e gli 84 anni, con il 55% dei soggetti trattati con 5‐9 farmaci e il 14% con 10 o più farmaci(…)’’-Farmacovigilanza, AIFA

La co-morbilità e le prescrizioni in politerapia farmacologica: quali sono i fattori di rischio?

Il fenomeno di co-morbilità interessa soprattutto la fascia di popolazione anziana: con l’aumentare dell’età aumenta anche il rischio di comparsa di disturbi e patologie con tendenza a cronicizzarsi e per il trattamento delle quali si rende necessaria la somministrazione di 2 o più farmaci contemporaneamente.

Nella gestione dei farmaci per il paziente anziano vi sono 2 direzioni tematiche con criticità di particolare importanza:

  • l’età stessa:
    •  i cambiamenti indotti dall’avanzare dell’età (che si traducono sostanzialmente per riduzione delle funzioni epatica, renale, cardiaca) dettano i comportamenti dei farmaci in assunzione, dal punto di vista farmacocinetico e farmacodinamico (vie e capacità di assorbimento dei farmaci, la loro distribuzione nei tessuti ed organi, metabolizzazione, eliminazione)
    • la presenza di più patologie rende necessaria la somministrazione di più farmaci: vi risulta logicamente un aumento del rischio di comparsa di effetti e reazioni avverse ed indesiderate farmaco-farmaco, farmaco-integratori/erbe medicinali e/o farmaco-cibo
  • il carico terapeutico:
    • l’introduzione di altri farmaci in terapia già presente, per curare un disturbo comparso ulteriormente, in special modo se il disturbo tende a cronicizzarsi; oppure per migliorare la response farmacologica in una terapia non ottimale
    • la mancanza parziale o totale della comunicazione e segnalazione delle reazioni avverse e indesiderate ai farmaci, verso lo specialista
    • le condizioni di fragilità della persona: ‘’è prioritario il riconoscimento… delle numerose fragilità, fra le quali il deterioramento cognitivo e funzionale occupano un ruolo preponderante assieme alla frequente mancanza di un supporto sociale(…) – AIFA, ISS
    • l’insostenibilità, oggettiva o soggettiva, del carico terapeutico: troppi farmaci da assumere, in diversi momenti della giornata, con troppe o insopportabili reazioni indesiderate (come la tosse per gli ACE-inibitori, la stitichezza per gli antistaminici)
    • la automedicazione: l’uso di farmaci da banco, integratori alimentari e/o infusi di erbe medicinali, all’insaputa del medico, può influenzare negativamente l’effetto dei farmaci prescritti in terapia oppure aumentare il rischio di reazioni avverse/tossicità
    • la mancanza totale o parziale dell’aderenza alla terapia da parte della persona: di enorme importanza, dato che le correzioni e aggiustamenti della terapia in atto si basano proprio sulla costanza e correttezza della somministrazione dei farmaci così come prescritti dal medico e sulla prontezza della divulgazione delle reazioni avverse

Le interazioni tra farmaci: quali sono? alcuni esempi più frequenti

Per ‘’interazioni tra farmaci’’ si intende il fenomeno di alterazione della risposta farmacologica o clinica che si verifica quando si somministrano 2 o più farmaci insieme, rispetto alla risposta degli stessi farmaci quando somministrati separatamente.

Sostanzialmente, per qualsiasi 2 farmaci assunti contemporaneamente si possono verificare delle interazioni: se per alcune classi di farmaci non hanno rilevanza clinica, in altri casi le interazioni possono essere importanti e compromettere il buon esito delle cure.

Le interazioni tra farmaci possono essere

  • sinergiche, di tipo additivo (gli effetti dei farmaci si sommano): in alcuni casi queste reazioni sono ricercate e utilizzate in pratica clinica, come per i farmaci antipertensivi, gli antimicrobici per le infezioni severe, gli antidiabetici, i cortisonici e broncodilatatori nella cura dell’asma severa e BPCO, gli antitumorali ecc…
  • di potenziamento, con aumento dell’effetto di solo uno dei farmaci associati
  • antagoniste, con perdita parziale o totale di effetto terapeutico: come il caso dei contracettivi orali che perdono di efficacia durante la cura con un antibiotico a largo spettro d’azione
  • di aumento della tossicità dei farmaci o dei loro metaboliti, sia attivi che inattivi 

Le interazioni antagoniste possono aver luogo per alterazioni nella farmacocinetica delle molecole:

  • per reazione diretta fisico-chimica: gli antiacidi alcalinizzanti, i farmaci del Calcio e Ferro hanno reazione diretta di chelazione con amoxicillina, tetracicline, azitromicina, fluorochinoloni e formano composti insolubili e non assorbibili nel lume intestinale; il risultato si traduce per inefficacia dell’antibiotico oltre possibili effetti avversi sulle vie di eliminazione
  • per reazioni indirette, sull’assorbimento, distribuzione nei tessuti, metabolismo ed escrezione dei farmaci: una delle più conosciute interazioni è quella data dai protettori gastrici (inibitori di pompa protonica come il pantoprazolo, antagonisti H2 come la famotidina, antiacidi alcalinizzanti come il maalox) che modificando l’acidità gastrica causano alterazioni nell’assorbimento dei farmaci co-somministrati (in termini di solubilità velocità e dose di farmaco assorbito).

Le alterazioni nella farmacodinamica delle molecole sono interazioni più complesse e oggetti di ricerca scientifica e clinica intensa, ad oggi più che mai.

 Le interazioni farmacodinamiche possono essere dirette, quando i farmaci co-somministrati competono per lo stesso sito d’azione o recettore: come succede quando si aggiunge in terapia un antidolorifico FANS (ibuprofene) alla già presente ASA (cardioaspirina); in qual caso si assiste ad una riduzione dell’effetto antiaggregante cardioprottetivo dell’ASA.

Anche quando i farmaci agiscono su recettori o siti d’azione diversi, possono dar luogo ad interazioni indirette o non-competitive: il caso dei FANS in associazione agli antipertensivi (ai quali riducono l’efficacia terapeutica, per azione antagonista); oppure cortisonici (prednisone) e diuretici (furosemide) - con aumento del rischio di ipopotassemia. 

Tra tutti, il sistema cardio-vascolare è il più interessato dalle interazioni farmaco-farmaco, dato sia il gran numero e tipi di farmaci disponibili sia quello delle persone che vi soffrono di diverse patologie a suo carico; gli studi epidemiologici e clinici ne evidenziano alcune di queste interazioni come red flag: ad esempio l’associazione tra certi antiaritmici (flecainide, amiodarone) e antibiotici macrolidi (claritromicina, eritromicina) oppure antidepressivi (citalopram), può condurre a effetti paradossali sul cuore (prolungamento dell’intervallo QT, aumento del rischio di aritmie).

Come si può ridurre il rischio dell’insorgenza di reazioni indesiderate ed interazioni?

In primo piano si evidenzia l’aderenza alla terapia: in termini di costanza e precisione nell’assunzione dei farmaci prescritti, nelle dosi e tempi indicati dallo specialista; ma non solo: chiedere sempre allo specialista prima di assumere integratori alimentari o erbe medicinali, seguire i regimi alimentari o le diete specifiche indicate sono step altrettanto importanti per ottimizzare la aderenza alla terapia e l’effetto delle cure.

In questo contesto, per la somministrazione dei farmaci utilizzare lo schema terapeutico stillato dallo specialista può essere di reale aiuto: organizzando nel miglior modo possibile i farmaci in terapia, distanziandoli e regolando la sequenza della somministrazione, inoltre garantendo la costanza e la correttezza dell'assunzione delle dosi prescritte.

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