Drssa Afrodita Alexe
La tiamina (vitamina B1): definizione e caratteristiche
La vitamina B1 – tiamina, aneurina – fa parte del gruppo delle vitamine B, sostanze accomunate da similarità strutturale, biochimica e funzionale nel nostro organismo (tutte le vitamine B sono essenziali per trasformare il cibo in energia; sono cofattori enzimatici nelle reazioni metaboliche; hanno ruoli cellulo-protettivo / antiossidante e molto altro ancora).
La vitamina B1 è una sostanza idrosolubile: disciolta in acqua si comporta da acido debole, abbastanza resistente ai trattamenti ossidativi e termici (stabilità relativamente buona al calore – sotto 100°C - ed alle reazioni ossidative); viene rapidamente inattivata in soluzioni a pH alcalino.
La vitamina B1 – come tutte le vitamine idrosolubili - è poco immagazzinata nel corpo umano e dev’essere necessariamente introdotta con gli alimenti: una volta ingerita, viene assorbita a livello intestinale (per di più nel duodeno e nel tratto prossimale del tenue) attraverso 2 meccanismi:
- trasporto attivo sodio-dipendente – a basse concentrazioni fisiologiche
- diffusione passiva – a concentrazioni aumentate
Una volta assorbita, la tiamina viene veicolata verso i tessuti in forma libera oppure coniugata con gruppi fosfato, per essere poi convertita alla sua forma biologicamente attiva di tiamina-pirofosfato, TPP o cocarbossilasi: coenzima per complessi enzimatici di vitale importanza nel ciclo di respirazione cellulare e nei processi metabolici dei lipidi e degli acidi nucleici.
Nel sangue la tiamina si trova all’interno delle cellule principalmente sotto forma di TPP, nei globuli bianchi di più che nei globuli rossi; e nel plasma principalmente come forma libera o forma monofosfato, legate alle proteine plasmatiche (albumina).
Le funzioni fisiologiche della vitamina B1 – tiamina
La vitamina B1 agisce come cofattore enzimatico attivo in:
- metabolismo dei carboidrati, dei lipidi, degli aminoacidi e proteine
- metabolismo del glucosio e dell’alcol
- ciclo della respirazione cellulare (ciclo Krebs)
- ciclo dei pentosi-fosfato (sintesi NADPH)
- sintesi di emoglobina
- sintesi GABA (acido gamma-amminobutirrico) da acido glutammico
La tiamina sotto forma di TPP svolge un ruolo cruciale come neurotrasmettitore: nella trasmissione nervosa potenzia l’azione dell’acetilcolina (insieme alla quale viene liberata durante lo stimolo nervoso).
Gli studi scientifici hanno evidenziato il ruolo della vitamina B1 nel condizionamento nervoso, in termini di concentrazione, memoria, atteggiamento e comportamento, tono dell’umore; è stato dimostrato il ruolo della tiamina nella protezione e sviluppo della guaina mielinica ( struttura isolante che avvolge gli assoni dei neuroni e forma la fibra nervosa, permettendo il passaggio degli impulsi elettrici nel glia).
La tiamina gioca un ruolo fondamentale nelle vie di produzione di energia e di sostanze vitali: la via dei pentoso-fosfati conduce alla produzione di energia e sintesi di NADPH (utilizzato per la sintesi di acidi grassi, ormoni…) e di pentosi (ribosio – precursore nella sintesi di acidi nucleici…).
La vitamina B1 è coinvolta attivamente nei processi immunologici e di protezione cellulare: aiuta a rinforzare la risposta immunitaria ed a migliorare la capacità di resistere allo stress ossidativo cellulare.
Le fonti alimentari di vitamina B1
La vitamina B1 si trova abbondantemente negli alimenti, sia di origine animale (per di più in forma fosforilata) che di origine vegetale (in forma libera).
In particolare, gli alimenti più ricchi in vitamina B1 sono
- germi di grano, frutta a guscio (pistacchi, noci, arachidi, nocciole), legumi
- carne (maiale), frattaglie
- lievito di birra
In quantità più ridotte, la vitamina B1 (tiamina) si trova anche in
- cereali integrali, riso, frumento ecc
- frutta fresca, patate, verdure e ortaggi
- pesce (salmone, tonno, pesce spada)
- latte e derivati
La carenza di vitamina B1 – tiamina: fattori di rischio e manifestazioni
Data la abbondante presenza della vitamina B1 negli alimenti, le persone che seguono una dieta alimentare equilibrata e variegata generalmente non incorrono nel rischio di una carenza di vitamina B1.
Alcune condizioni fisiopatologiche e fattori di rischio possono condurre ad un deficit di vitamina B1, sia primario (da assorbimento) sia secondario (da mancato utilizzo nei tessuti, da accelerata degradazione ecc).
I principali fattori di rischio per il deficit di vitamina B1 (tiamina) sono
- l’età avanzata
- abuso di alcol (etilismo cronico)
- diete privative / restrittive soprattutto ricche in cereali e farine molto raffinate (riso bianco brillato, farina bianca, zucchero bianco raffinato)
- disordini alimentari (anoressia, bulimia), stato di malnutrizione
- infezioni croniche (AIDS, epatite C)
- malattie endocrine (ipertiroidismo)
- malattie genetiche (rare, da difetti del metabolismo B1-dipendente)
- malattie infiammatorie croniche del tubo digerente ed in particolare dell’intestino (sindrome dell’intestino irritabile, malattia di Crohn, sindromi da malassorbimento-leaky gut)
- diabete, sindrome metabolica
- malattia cronica renale, dialisi
- farmaci in terapia a lungo termine (diuretici, contracettivi orali)
- affaticamento, difficoltà di concentrazione e di memoria, astenia nervosa
- perdita di appetito
- perdita di peso
- disturbi del sonno e insonnia
Beri-beri secco (asciutto)
- è caratterizzata per alterazioni nervose e muscolari
- i sintomi comprendono sensazioni di bruciore e dolori puntiformi alle dita e ai piedi (particolarmente intense di notte), crampi e dolori alle gambe
- le forme più gravi comportano astenia ed atrofia muscolare
Beri-beri umido (edematoso)
- è caratterizzata per anomalie ed aritmie cardiache
- stati più avanzati portano a insufficienza cardiaca e shock cardiogeno
- si sviluppa una vasodilatazione eccessiva che comporta segni clinici quali pelle calda e umida, edema periferico, congestione polmonare, ipotensione arteriosa
Spesso le due forme di beriberi coesistono o sono presenti contemporaneamente sintomi a carico di entrambi i sistemi (nervoso e cardiaco).
Sindrome di Wernicke-Korsakoff
- è caratterizzata da anomalie ed alterazioni cerebrali; è tipica dell’alcolismo cronico ed è suddivisa per prevalenza di sintomi e segni clinici:
- encefalopatia di Wernicke – si presenta con confusione, apatia, difficoltà a camminare, disturbi oculari (nistagmo, paralisi parziale dei muscoli oculari)
- psicosi di Korsakoff – si presenta con confusione, amnesia anterograda, confabulazione
La malattia beri-beri ( beriberi) e la tiamina: cenni storici e scoperte scientifiche
La malattia da carenza alimentare di vitamina B1 era già conosciuta e descritta nell’antichità: nei testi di medicina tradizionale cinese sono presenti note e descrizioni dei sintomi e segni tipici della malattia nonché indicazioni per la cura con la regolazione del regime alimentare tramite assunzione di alimenti come farine e cereali integrali, crusca, lievito di birra, latte fresco, carne e frattaglie, frutta secca e semi ecc.
Il nome beri-beri ( o beriberi) ha origini nell’Oriente: singalese, malese, cinese, il termine fu introdotto nei Paesi europei nel ‘600 dal medico e ricercatore olandese J.Bontius pioniere della medicina tropicale al quale si devono i 4 volumi di Medicina Indorum (Nationaal Herbarium Nederland).
Anche se la comunità scientifica intuiva l’esistenza di determinate sostanze con ruoli cruciali nello sviluppo di malattie da carenze nutrizionali, solo nel 20° secolo la ricerca riuscì ad evidenziare, isolare ed identificare queste sostanze che furono chiamate genericamente fattori B o vitamine, inclusa la tiamina.
L’identificazione della struttura chimica e la caratterizzazione della tiamina hanno inizio ni primi anni del ‘900, in Giappone: grazie all’intuizione dello scienziato U.Suzuki che studiava le possibili cure per i malati di beriberi, e che nel 1910 riuscì l’estrazione di un composto idrosolubile dalla crusca di riso denominandolo acido aberico. Nello stesso periodo anche lo scienziato C. (K.) Funk approfondendo gli studi di C.Eijkmann riuscì ad ottenere un estratto similare che battezzò amine della vita o semplicemente vitamine; quello che cercava – la sostanza in grado di curare la malattia beri-beri – fu scoperta effettivamente alcuni anni dopo.
Nel 1926 gli scienziati Jensen e Donath riuscirono ad ottenere la tiamina in polvere cristallizzata e la denominarono aneurina dimostrandone le capacità antineuritiche; nel 1935 Robert Runnels Williams (chimico e scienziato statunitense) riuscì a caratterizzare completamente dal punto di vista chimico ed a sintetizzare la tiamina, della quale già nel 1936 si iniziò la produzione farmaceutica.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina B1 (tiamina)
Le tabelle LARN riportano che il fabbisogno di vitamina B1 per gli adulti è di
il fabbisogno aumenta in gravidanza ed allattamento; nella fascia d’età anziana; nelle patologie comportanti carenza di vitamina B1; ed è comunque soggetto a variazioni in base ai fattori intrinseci (di cui il regime alimentare e lo stile di vita individuale).
La terapia farmacologica con tiamina parenterale è riservata al medico specialista al quale spetta la scelta della dose e tempi di somministrazione della forma iniettabile.
Nella supplementazione con farmaci o integratori alimentari, la dose giornaliera di vitamina B1 per via orale è compresa generalmente tra 100mg e 300mg; può variare a scelta dello specialista curante in base al quadro clinico presente.
La vitamina B1 è ben tollerata e non si conoscono disturbi od alterazioni da tossicità; l’eventuale eccesso da cibo o da supplementi integrativi viene eliminato principalmente con le urine.
La prevenzione e cura della carenza di vitamina B1
La cura dei sintomi e segni clinici manifesti di carenza da tiamina, oltre il regime alimentare, si basa sulla somministrazione di tiamina parenterale o per via orale, con dosi e nei tempi stabiliti dallo specialista in base al quadro clinico; con risoluzione delle manifestazioni patologiche rapida e generalmente completa (sindrome Wernicke-Korsakoff a parte, per la quale possono permanere le sequele del deficit neurologico).
Dato che la carenza di tiamina spesso si verifica insieme a quelle di altre vitamine B, di solito la cura consiste nell’integrazione di tutte le vitamine del gruppo B, in formule adatte per ogni quadro clinico; anche con integratori alimentari e nutrizionali a base di vitamine e minerali per supportare ed integrare la dieta la quale dovrà fornire un apporto maggiore di vitamine e minerali ed essere totalmente priva di alcol (cessazione totale dell’uso di alcol).
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fonti essenziali
researchgate.net
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33305487/ (https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8451766/)
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